Grazie alla denuncia dell’Oipa, il Tribunale di Udine ha condannato due allevatori abusivi di gatti. L’accusa è di maltrattamento ai danni di 16 gatti detenuti in condizioni non affini alla loro natura e al rispetto del loro benessere.
Il Tribunale di Udine ha condannato per maltrattamenti due allevatori abusivi di gatti. Il caso risale al settembre del 2020, quando gli accusati furono denunciati dall’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa). Fatto avvenuto contestualmente al sequestro, da parte delle guardie zoofile della stessa associazione in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri. Le vittime 16 gatti che si trovavano detenuti in casa costretti in piccole gabbie in un contesto degradato dal punto di vista igienico e sanitario.
Traffico illecito di gatti online
La condanna del Tribunale di Udine ha stabilito che gli imputati debbano pagare un’ammenda, rispettivamente di 27.500 euro e di 25.000 euro, per aver commesso il reato di cui all’Art. 544 ter del Codice Penale. Alla condanna si aggiunge la confisca dei gatti sequestrati. Per gli allevatori abusivi, inoltre, un’ulteriore condanna che consiste nel risarcimento in favore di Oipa, in quanto costituitasi parte civile. Come chiarisce l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali in una nota stampa ufficiale, su uno dei due detentore pendeva già una condanna per maltrattamento di animali. Per il reato, infatti, stava scontando una condanna definitiva in regime di detenzione domiciliare. Dopo la seconda condanna, il Giudice avrebbe revocato il beneficio e deciso il termine della pena in carcere.
Secondo la ricostruzione dei fatti, i gatti protagonisti della drammatica vicenda erano pubblicizzati su un noto portale online. I felini erano descritti come appartenenti alle razze Maine Coon, Siamese, Ragdoll, Angora Turco o American Shorthair. Venduti a cifre che variavano dai 150 euro ai 400 euro, presumibilmente muniti di microchip, pedigree e vaccini. Dopo l’acquisto, però, gli acquirenti si rendevano conto che gli animali fossero in realtà gatti di razza europea, che popolano colonie feline e città. Sprovvisti, ovviamente, di microchip e pedigree, debilitati da parassiti esterni e interni, affetti da otiti da acari e da varie patologie (calicivirosi, coccidiosi o parvovirosi). Inoltre, a rendere il fatto ancora più drammatico, molti dei gatti non sono riusciti a sopravvivere che appena qualche giorno, nonostante le tempestive terapie veterinarie richieste dai nuovi proprietari.
Come racconta Edoardo Valentini, coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Udine e Provincia: “Quando siamo entrati in quella casa, i gattini avevano a disposizione acqua putrida e residui maleodoranti di cibo. Mentre il fondo delle gabbie era cosparso di lettiera sporca di deiezioni. Inoltre, la costante reclusione in quelle gabbie stava pregiudicando il corretto sviluppo psicomotorio dei cuccioli, alcuni dei quali avevano anche escoriazioni sul naso causate dal costante sfregamento contro le sbarre“. Dopo questo drammatico episodio, Oipa raccomanda, ancora una volta, di prestare particolare attenzione agli annunci online che riguardano la cessione di animali. Infatti, anche se la vendita o l’adozione di animali da compagnia sul web sia legale, molto spesso gli annunci nascondono traffici illeciti. Reati che sono puniti, oggi, severamente dalla legge e che, anche se involontariamente, potrebbero coinvolgere in concorso di reato persone inconsapevoli.