La Cia, nota agenzia di intelligence americana, starebbe finanziando un progetto per ‘resuscitare’ Mammut e Tigri della Tasmania. Si tratta di animali estinti da secoli, ma che potrebbero essere riportati in vita per uno scopo ben preciso.
Estinti migliaia di anni fa, i Mammut Lanosi potrebbero ritornare in vita grazie ad un esperimento finanziato dalla Cia. Con loro anche le Tigri della Tasmania, scomparse dalla Terra da circa un secolo (intorno agli Anni 30 del ‘900).
L’agenzia di intelligence americana sta finanziando, attraverso la società controllata In-Q-Tel, l’azienda Colossal Biosciences. L’obiettivo del progetto è quello di riportare in vita gli animali con l’uso dell’ingegneria genetica e la nuova tecnologia di editing del DNA.
Lo scopo ‘alternativo’ della Cia
Resuscitare specie estinte è la ‘missione’ che la società biotecnologica ha voluto portare avanti nell’ultimo periodo. Dal Mammut, alla Tigre della Tasmania al noto uccello Dodo. Ma se per una società che si occupa di biotecnologia questo potrebbe rappresentare importanti sviluppi nel settore, per la Cia l’interesse sembra non essere rivolto tanto agli animali estinti, quanto più allo sviluppo di nuove tecniche di clonazione e potenziamento del DNA. Difatti, come riporta La Zampa, alti funzionari di In-Q-Tel avrebbero affermato: “Strategicamente, si tratta meno dei Mammut e più delle capacità scientifiche per farlo“. Sviluppi tecnologici che, in futuro, potrebbero fare la differenza anche il altri campi.
Come affermato da diversi esperti, riportare il Mammut in vita con le stesse caratteristiche di 10mila anni fa, non è possibile. Ma con i nuovi strumenti di modifica del DNA si possono inserire caratteristiche specifiche degli animali estinti negli elefanti di oggi. Difatti, insegnando geneticamente al pachiderma a resistere al freddo, non si tratterebbe di un vero e proprio Mammut, ma piuttosto di un elefante con capacità più elevate. Quello che oggi potrebbe sembrare fantascienza, in effetti, è più realizzabile di quanto si possa immaginare; ed su questo aspetto che punta la Cia. Come avrebbero affermato ancora gli alti funzionari di In-Q-Tel: “La prossima ondata di progressi porterà a progressi nella nostra capacità di modellare sia la forma che la funzione negli organismi a livello macroscopico“.
Tuttavia, per quanto riguarda la conservazione delle specie, non tutti sono propositivi sull’uso di strumenti di ingegneria genetica. Riportare in vita animali estinti potrebbe dare loro una ‘nuova possibilità’ di stare al mondo, ma questo potrebbe causare anche delle difficoltà di adattamento per gli animali. Inoltre, si tratta di operazioni estremamente complicate e costose. Il recente caso del primo clone al mondo di Canis lupus arctos, un lupo artico prossimo alla minaccia, ne rappresenta un esempio concreto. Se in questo caso, però, esistevano molti campioni di DNA su cui lavorare, per animali come il Mammut questo è difficile da ipotizzare. Ma soprattutto, non esistendo più gli habitat di queste creature, sarebbe praticamente impossibile farli vivere in natura, costringendoli dunque ad una vita solo in cattività.