In Francia è apparsa un’orca tra le acque della Senna; impossibile non provare stupore per un avvistamento tanto insolito. A fronte di quanto successo, gli esperti stanno ora tentando di formulare le possibili ipotesi che giustificherebbero la presenza del grosso mammifero marino in un territorio anomalo.
Si è trasformata in brevissimo tempo in virale la notizia di un esemplare di orca avvistato nelle acque della Senna; i francesi hanno, immediatamente, provato stupore per il fatto così insolito. gli avvistamenti si sarebbero perpetrati lungo il corso di diverse settimane e oggi gli esperti tentano di dare una risposta a questo fenomeno alquanto inusuale.
Il cetaceo avvistato nella Manica sarebbe un giovane esemplare maschio; il primo avvistamento risalirebbe al 5 aprile scorso e da allora l’animale avrebbe fatto ‘avanti e indietro’ in mare aperto. Ma quello che ha lasciato tutti perplessi è il fatto che l’orca si sia, di recente, addentrata nel fiume.
L’orca nella Manica
Il primo avvistamento dell’esemplare maschio di orca nel Mare della Manica risalirebbe al 5 aprile scorso a circa trenta miglia dalla costa; a rendersi protagonista dell’evento insolito un equipaggio peschereccio. Da quel momento, il cetaceo sarebbe rimasto in quell’area spostandosi avanti e indietro. Tuttavia, ciò che ha reso l’evento, praticamente, unico, è il fatto che negli ultimi giorni l’orca ha deciso di addentrarsi all’interno del fiume; con esattezza l’animale sarebbe arrivato nei pressi di Yainville, a oltre 60 chilometri dalla foce. Come ha raccontato il vicepresidente e fondatore Groupe d’E’tude des Cetaces du Cotentin (Gecc), Gerard Mauger, si tratterebbe di un evento “eccezionale“; rivela infatti Mauger: “È estremamente raro vedere questi animali nel mare della Manica. Principalmente può accadere in Scozia, Islanda, Norvegia o più a sud nel golfo di Guascogna, ma nella Manica ci sono state pochissime osservazioni e non tutte confermate“.
In seguito all’evento straordinario, gli esperti di fauna marina hanno iniziato ad interrogarsi sulle possibili motivazioni che abbiano convinto l’animale a spingersi fin dentro al fiume. Preoccupati anche per le condizioni di salute del cetaceo, gli specialisti del Gecc hanno ipotizzato che l’orca potrebbe essere stata allontanata dal branco; oppure che, a causa di una malattia, lo stesso giovane esemplare abbia deciso di isolarsi e cercare acque più tranquille nelle quali nutrirsi. In fine, nonostante si tratti di un evento praticamente più unico che raro, gli esperti ricordano che, come scrive l’Enciclpedia Larousse, già nel 1931 un’altra orca si era addentrata nelle acque dolci di un fiume; quella volta si trattava del Columbia e il cetaceo aveva percorso 100 miglia e soggiornato nel fiume per circa 100 giorni.