Tra le capacità che interessano il mondo animale, alcune sembrano davvero sorprendenti, come la biofluorescenza delle lepre saltatrice. Negli ultimi anni la scienza ha scoperto alcuni mammiferi dotati di questa particolare dote, la prima specie è stata l’ornitorinco; secondo quanto si legge anche su Focus, questi animali sono infatti in grado di brillare di verde quando sono esposti a luce ultravioletta. A questa razza sono seguiti altri marsupiali o animali endemici dell’Australia, che hanno la stessa proprietà spettacolare.
Secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports, la lepre saltatrice sarebbe biofluorescente, ovvero brilla di rosso sotto una luce ultravioletta. Si tratta di un fenomeno che distingue dalla bioluminescenza che invece si caratterizza da produzione di luce derivata da reazioni chimiche interne all’organismo. La biofluorescenza invece è la capacità di un corpo di assorbire radiazioni elettromagnetiche ultraviolette (UV) e riprodurle sotto forma di luce visibile. Gli esemplari di lepre che hanno questa facoltà provengono dal Sud Africa, Kenya e Tanzania.
Lo spettacolare fenomeno della biofluorescenza delle lepri saltatrici
Questi particolari esemplari appartengono alla famiglia dei roditori e non quella lagomorfi; si tratta di un animale notturno con la pelliccia dotata della particolare caratteristica della biofluorescenza. La pelliccia della lepre saltatrice è coperta da chiazze rosse che, secondo gli autori dello studio che hanno individuato il fenomeno della biofluorescenza, potrebbero servire a nascondersi dai predatori. Lo studio pubblicato su Scientific Reports afferma inoltre che questo fenomeno potrebbe essere associato alla stagione degli accoppiamenti per farsi riconoscere dai potenziali partner. Qualcuno afferma che questa capacità della lepre saltatrice possa invece essere collegata allo sviluppo di alcune malattie; ma non esistono ancora risposte certe. Tuttavia, anche grazie alle immagini pubblicate dai ricercatori è possibile osservare questo spettacolare fenomeno, del quale purtroppo non esiste ancora una spiegazione concreata. (In calce alcuni scatti pubblicati su Scientific Reports).
Photo Credits Scientific Reports