Abbiamo già parlato di quanto i cani capiscano i nostri stati umorali solo guardandoci il volto. Perché sono animali intelligenti, molto più di quanto noi possiamo immaginare. Ma noi siamo in grado di fare altrettanto? Pare di no. Anzi stando a recenti ricerche sono molti i nostri atteggiamenti che “urtano” la loro sensibilità. Eccone quattro dei più comuni.
Primo: accarezzargli la testa. Il capo è per i cani uno spazio strettamente personale. Può tollerare qualche colpetto sulla testa perché siete voi a farglieli e vi riconosce come padroni, ma questo non vuol dire che lo gradisca. Se volete ricompensarlo o dimostrargli affetto, una bella strofinata sul dorso vicino alla coda, oppure sul petto o nella zona dello sterno, sono coccole più apprezzate.
Secondo: abbracciarlo forte. Gli abbracci fanno parte del codice di comportamento dei primati, come noi. I cani non si abbracciano e se uno posiziona una zampa sul dorso di un altro, è in segno di predominanza. Il miglior amico dell’uomo tollera spesso di buon grado le nostre manifestazioni d’affetto, ma è facile capire se gradisce o meno un contatto così ravvicinato. Se mentre lo abbracciate tende le orecchie, irrigidisce i muscoli, si lecca la bocca ed evita il contatto visivo è probabilmente nervoso: meglio cercare un’altra forma più “canina” di interazione.
Terzo: portarlo fuori solo per fare una pipì. Noi umani tendiamo a portare a spasso il cucciolo di casa solo per permettergli di espletare i propri bisogni. Ma per un cane anche quei 10/20 minuti di passeggiata sono importantissimi. Non dovrebbe mai essere così, ma se capita, lasciate almeno che lungo la strada si fermi ad annusare il tronco di un albero o si perda per qualche istante dietro a una traccia odorosa è assecondare la sua più intrinseca natura. Impedirglielo sarebbe come, per noi, uscire senza che ci permettessero di sollevare lo sguardo e ammirare il panorama.
Quarto: usare le parole più che il linguaggio del corpo. I cani possono imparare il significato di alcuni termini, ma è al nostro linguaggio non verbale che guardano con maggiore attenzione. Bisogna fare attenzione, quindi, a non dire con il corpo l’opposto di ciò che stiamo dicendo a voce. Ad esempio: se gli chiediamo di stare seduto mentre agitiamo le braccia e corriamo in avanti, il cane tenderà a venire verso di noi. Sgridarlo sarà per lui solo un motivo di confusione.