La storia di Angelo, il cane che nel 2016, venne torturato e ucciso da un gruppo di ragazzi, che pubblicarono le loro atroci gesta sui social; oggi diventa un film. L’idea è nata affinché nessuno possa dimenticare, di quali atrocità può essere capace l’uomo contro un essere indifeso, come il povero randagio Angelo. Il cortometraggio, affronta la triste storia di questo povero cane randagio che, viveva a Sangineto in provincia di Cosenza. Il cane era tranquillo, e anche se viveva per strada non aveva mai dato fastidio a nessuno.
La vita di Angelo è stata interrotta da quattro esseri umani, che spinti dalla noia, hanno deciso di prendersela con la povera bestiola. Quattro ragazzi hanno aggredito Angelo e dopo averlo seviziato, gli hanno tolto la vita appendendolo ad un albero. Un gesto di una crudeltà talmente forte, del quale invece i quattro, sembra ne siano andati così fieri, da postare tutto su Facebook. Ma la terribile vicenda, non è passata inosservata e ha sconvolto l’opinione pubblica, infuocando gli animalisti più agguerriti.
Le accuse e la sentenza contro i quattro aggressori omicidi
I quattro omicidi, sono stati condannati a 16 mesi, il massimo della pena prevista dalla legge italiana per questo tipo di reati. Tuttavia, ancora oggi a distanza di un anno dalla sentenza, emessa nel 2017 dal Tribunale di Paola, sono in tanti a chiedersi se la pena sia stata sufficiente e giusta. Le accuse mosse nei confronti dei quattro, sono state forti e tutti si aspettavano una punizione esemplare.
Il film per non dimenticare
Andrea Dalfino per Newscapes Entertainment, con il patrocinio della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, ha voluto realizzare un cortometraggio in ricordo di Angelo; non solo per onorare la memoria del cane, ma anche per evitare che vicende come la sua possano ripetersi. Il corto si intitola Angelo – Life of a street dog, :uscito a ottobre 2018. Il regista Andrea Dalfino spiega: “Angelo è diventato un simbolo, anche mediatico, per questo pensato che un corto potesse ulteriormente sensibilizzare: far riflettere sul fatto che di storie come questa ce ne sono tante, troppe, e non bisogna stare a guardare. Vorrei che questo progetto scuotesse le coscienze di tutti”.
Le accuse contro il corto: sponsorizzare un atto violento?
Il regista del cortometraggio, che racconta in pochi minuti la storia del cane seviziato e ucciso, tende a precisare: “C’è gente che ci accusa di voler sponsorizzare un atto violento, invece è il contrario. Il film affronta la storia in modo delicato, mettendo in contrasto amore e odio: la dignità di Angelo nell’affrontare una vita di stenti e la sua indole di cane a vedere del buono ovunque, l’affetto di tante persone del paese per lui, con la disumanità dei suoi torturatori. Ma alla fine la cattiveria non vince: il corto si chiude con un messaggio positivo” Angelo raggiunge il Paradiso.
Il progetto di sensibilizzazione
Dietro alla realizzazione del cortometraggio, esiste anche un progetto concreto, ovvero Angelo – Life of a street dog, sarà distribuito in tutta Italia e portato alle scuole, come puntualizza Dalfino: “Per educare i ragazzi al rispetto della vita e a non stare zitti quando si trovano in situazioni di questo tipo”. Gli eventuali ricavi, verranno utilizzati, per le campagne di sterilizzazione nel sud Italia; la soluzione che oggi sembra più adatta, al fine di proteggere i cani dal fenomeno del randagismo sempre forte. Storie come quelle di Angelo non devono più accadere.