Aveva vinto il Wildlife Photographer of the Year, ma è stato squalificato perché la sua foto nascondeva un vero e proprio orrore. E non è stato l’unico
La foto che vedete in questo articolo è stata intitolata “The Night Raider” ed è stata scattata da Marcio Cabral. Un’immagine bellissima che è stata premiata nella sezione “Animali nel loro ambiente naturale”, una delle categorie del prestigioso concorso Wildlife Photographer of the Year. Dopo molte segnalazioni e l’intervento di esperti, lo scatto è stato squalificato per il sospetto che il formichiere ritratto non fosse reale ma imbalsamato. L’autore ha negato, ma non sarebbe certo il primo a utilizzare espedienti pur di immortalare l’attimo perfetto. E tra i tanti inganni utilizzati, alcuni sono particolarmente crudeli.
C’è anche chi utilizza delle esche vive per preparare lo scatto
In questo caso l’animale impagliato sarebbe stato preso da un centro turistico del parco nazionale delle Ema, in Brasile, e posizionato ad arte per la foto “perfetta”. C’è chi poi ritocca digitalmente gli scatti e chi affitta le povere bestie da allevamenti o imprese che addestrano animali selvatici per il cinema e pubblicità. Un imbroglio, certo, ma non grave quanto chi addirittura non si fa scrupoli per raggiungere il suo fine. Purtroppo, infatti, non sono così rari i casi di persone che si servono di prede, soprattutto vive, per attirare gli animali più vicino alla macchina fotografica. Una pratica, quest’ultima, non solo discutibile dal punto di vista deontologico, ma che modifica anche il comportamento degli animali, che non dovrebbero abituarsi ad associare gli uomini al cibo.
Fotoritocco, animali ammaestrati o morti e torture vere e proprie
Agli insetti piccoli, ai rettili e agli anfibi va ancora peggio. Ci sono fotografi che arrivano a incollare o congelare gli insetti nella posizione giusta, infilandoli nel freezer per decine di minuti per rallentarne i movimenti. Nel 2015 divenne per esempio famosa la foto di una ranocchia che cavalcava un coleottero. Per fortuna alcuni naturalisti osservarono che le rane sono animali notturni, mentre l’immagine era diurna, e che la bocca aperta indicava la sofferenza dell’animale. Da lì un’indagine smascherò “l’artista”. Non resta che sperare che i controlli siano sempre più efficienti, così da scoraggiare queste persone senza scrupoli e salvaguardare i poveri animali.
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