Un pastore bergamasco è stato condannato a 10 mesi di reclusione per aver ucciso un cane con una balestra. L’Enpa è soddisfatta per la sentenza
Dieci mesi di reclusione, pagamento delle spese processuali e risarcimento del danno (tremila euro). Questa la condanna inflitta a un cinquantenne pastore bergamasco, Giovan Maria Savoldelli che il 22 febbraio 2014 uccise con un colpo di balestra un meticcio di 10 anni nei prati della località Denzil, a Castione della Presolana. Lo ha reso noto l’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali che si è costituito parte civile nel procedimento giudiziario.
Cane trafitto da un dardo
“Le indagini – si legge in un comunicato – partirono nel febbraio 2014 su impulso dell’allora Corpo Forestale dello Stato (oggi confluito nell’Arma dei carabineri), dopo che gli agenti trovarono in Val Seriana (Bergamo) il cadavere del povero animale, trafitto da un dardo. Gli inquirenti puntarono subito sul 50enne, a carico del quale venne disposta una perquisizione domiciliare. Che fu decisiva per incastrarlo. A casa sua vennero infatti trovati un arco e una balestra con le relative ‘munizioni’, dardi e frecce, compatibili con quelli che uccisero il cagnolino”.
Per la difesa il cane aveva ucciso un agnellino
La difesa, che valuterà il ricorso in appello, ha sostenuto che “non ci sono mai stati litigi né c’è mai stata alcuna uccisione. L’uomo ha colpito due cani randagi, uno dei quali aveva appena ucciso un agnellino, stava aggredendo la madre e lo stesso pastore. Il colpo di balestra era l’unico modo per allontanare due animali pericolosi”. L’avvocato Claudia Ricci, che ha rappresentato l’Enpa in giudizio, è soddisfatta per la sentenza di primo grado. “Si tratta di un pronunciamento importante, non solo per questo procedimento – ha spiegato – ma perché può diventare un precedente per casi simili. Casi che, purtroppo, sono molto più numerosi di quanto si possa immaginare”. Come quello che vede indagato un uomo nel viterbese, accusato di avere ucciso un Fido sempre con un colpo di balestra.
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