È una delle domande più frequenti per i proprietari che, per lavoro, sono costretti a passare diverso tempo fuori da casa: quante ore il loro cane può stare da solo?
Quanto può rimanere un cane da solo a casa? È una domanda che ci facciamo spesso, dettata soprattutto dalle esigenze della vita. Noi andiamo a lavorare, i nostri figli a scuola, il nostro 4 zampe rimane a “vigilare” tra le quattro mura domestiche. E solitamente, quando stiamo per uscire, ci guarda con insistenza, “supplicandoci” quasi di poter venire con noi. Senza contare che quando rientriamo, ci fa grandi feste come se non ci vedesse da tantissimo tempo.
Le ore massime secondo la scienza
Insomma, il cane è un animale per definizione sociale, quindi per stare bene ha bisogno di compagnia, della presenza e del contatto fisico con i suoi proprietari. Solo in quel caso è davvero felice. Ma venendo al nocciolo della questione, molti studi asseriscono che il nostro piccolo amico a quattro zampe comincia a stressarsi veramente dopo 5 ore di solitudine, soffrendo in modo marcato la mancanza di qualcuno vicino a lui. Il cane è in quasi costante movimento, in quanto stimolato dalle persone che ha intorno. Al contrario, non riceve stimoli e si intristisce. Quindi, lasciarlo da solo non più di cinque ore, dicono gli esperti. Teniamo presente che sono solo delle statistiche, delle generalizzazioni, la situazione varia da razza a razza, da cane a cane anche e soprattutto in relazione al contesto un cui vive, alle abitudini.
Come ovviare a questo?
Se si può, quindi, anche quando si è fuori per lavoro, in pausa pranzo sarebbe meglio tornare a casa per far fare una bella passeggiata al cucciolone. È un sacrificio per noi, ma ne vale la pena. Oppure, chiedere a qualcuno, che sia un parente, un amico o anche un vicino di casa di farlo al posto nostro. O, ancora, assumere un dog sitter che abbia questo preciso compito. Naturalmente deve avere tutta la nostra fiducia e deve essere in sintonia con il nostro cucciolotto. Il suo benessere viene prima di tutto, del resto lo abbiamo voluto, gli vogliamo bene e quindi abbiamo il dovere, oltre che il piacere, di renderlo contento e sereno. O no?
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