L’AIDAA ha segnalato dei casi di truffa aventi come oggetto dei cani in cerca di adozione e ha ribadito l’importanza di fare molta attenzione agli annunci che girano in rete.
In rete girano moltissimi appelli di cani e gatti bisognosi di adozione, ma talvolta dietro questi annunci si celano mondi sommersi e delle vere e proprie truffe, come segnalato dall’AIDAA, che ha smascherato un vero e proprio giro d’affari a Milano e provincia e ha voluto mettere in guardia gli ignari adottanti dal cadere in queste trappole. In una nota stampa rilasciata dall’Associazione, il Presidente Lorenzo Croce ha dichiarato: Sono un gruppo di donne, e anche qualche ometto ben addestrato, hanno messo a punto un sistema molto, ma molto fine strategicamente per LUCRARE sui cani in entrata oltre a rubarli. Vi spiego in poche righe come queste signore operano nel territorio comunale di Milano e nelle sue più vicine adiacenze. Il sistema si basa sue due filoni, il primo è quello dei cani sottratti, anzi rubati ai barboni e agli zingari milanesi, non è di per sé una pratica così inaccettabile, anzi togliere il cane a chi li sfrutta per l’elemosina non è male.
Il problema è che queste signore a loro volta lucrano, grazie alla connivenza di un veterinario noto a cui fanno cambiare i microchip illegalmente poi si inventano l’adozione del cuore facendosi pagare le vaccinazioni (che spesso non fanno), il costo del microchip e quello delle inesistenti visite mediche, ma fin qui è prassi usuale di tutte le trafficanti farsi pagare soldi per prestazioni inesistenti – continua Croce – Il problema è altro, queste milanesi le riconosciamo in quanto sono le uniche che si fanno pagare i pre e i post affidi, minacciano in caso contrario di non intestare il cane all’adottante, mentre per legge il passaggio di proprietà deve avvenire contestualmente l’arrivo del cane nella nuova casa.
Ma come funziona questo vero e proprio “traffico”? I passaggi sono i seguenti:
– Annuncio sul giornale o sui social per mettere in adozione il cane
– Primo contatto telefonico
– Visita di preaffido da parte di un complice delle tizie al costo medio di 25 euro
– Affido del cane con modulo di cessione parziale (illegale) che affida il cane in maniera temporanea alla nuova famiglia.
– Una o più visite di post affido durante le quali si chiedono altri soldi alla famiglia adottante minacciando di portare via il cane qualora non vengano saldate le spese di fantasia.
Insomma tra la somma iniziale ed i post affidi le signore intascano da 200 ai 300 euro per un cane che spesso viene dal Sud a costo zero o ancora peggio è stato rubato ad altre persone – continua la nota. Un veri e proprio giro d’affari ai danni dei poveri animali bisognosi, che rischia di gettare ombre anche sui volontari che svolgono seriamente e con grande impegno la loro attività. Il monito è naturalmente fare sempre molta attenzione e soprattutto di diffidare di chi chiede denaro senza reali motivazioni.
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