Quali sono i vaccini che bisogna fare ai cani e ai gatti domestici? Ci sono rischi e se sì quali comportano? A queste e altre domande risponde per noi la dottoressa Valeria Abbatecola
Sul mondo dei vaccini esistono moltissime scuole di pensiero, spesso contrastanti tra loro. Perché se per gli esseri umani da tempo si discute sulla necessità o meno dei vaccini, anche nel mondo pets si fa altrettanto. Ecco quindi che per fare un po’ chiarezza, lo abbiamo chiesto alla dottoressa Valeria Abbatecola, medico veterinario di Roma (LEGGI ANCHE: GELOSIA CAN…AGLIA! LA VETERINARIA SPIEGA COSA FARE SE I PELOSI SONO TROPPO POSSESSIVI).
Da sempre si discute sulle vaccinazioni dei nostri amici a 4 zampe. Ma sono sempre necessarie?
Sono fondamentali. Sia per la protezione del singolo, ma allo stesso tempo anche per minimizzare la possibilità di ampliare epidemie di malattie infettive. Risultano importanti come per esempio le cure odontoiatriche, gli aspetti comportamentali, la giusta nutrizione, i test diagnostici e il controllo dei parassiti.
Ogni quanto sarebbe giusto farle?
Sia nei gattini che nei cuccioli, i vaccini dovrebbero essere somministrati ogni 3 anni, iniziando la vaccinazione non prima delle 6-8 settimane di età proseguendo con i successivi richiami, anche se non è possibile fare una vera e propria generalizzazione. Dipende dal tipo di vaccino e dalla fabbrica. Spesso si vedono cuccioli vaccinati nel primo mese di vita, magari dagli allevatori o dai negozianti, ma in realtà sono vaccini inutili e potenzialmente dannosi.
Quali sono le principali malattie che si possono evitare con le vaccinazioni?
La vaccinazione dovrebbe essere semplicemente una parte della visita di controllo annuale dell’animale, ovvero far parte di un piano personalizzato completo e preventivo per la salute di cane o gatto, basato sull’età, la razza, l’ambiente in cui vive, lo stile di vita (compreso il contatto con altri animali) e le abitudini di viaggio. Anni fa risultava molto difficile riuscire a osservare patologie infettive come per esempio il Cimurro o la Parvovirosi, mentre attualmente vi è un’elevatissima incidenza di riscontro, spesso a causa dell’importazione di cuccioli da paesi esteri non sottoposti, insieme ai genitori, ad adeguati controlli veterinari.
Eppure c’è parecchia preoccupazione sui vaccini. Potrebbero causare infezioni?
Sono molto rare. Qualcuno le confonde con effetti collaterali avversi, ma anche questi non sono comuni. Le reazioni localizzate si manifestano esclusivamente nel sito di inoculazione, e possono presentarsi dopo minuti, ore o giorni. Queste comprendono: dolore, prurito, gonfiore, alopecia localizzata, ascessi, granulomi e anche neoplasie. Per quanto riguarda quelle generalizzate, o sistemiche, coinvolgono invece l’organismo in toto o organi differenti da quelli dell’inoculazione: angioedema sopratutto del muso o dei padiglioni auricolari (più frequente nel cane), anafilassi, collasso, poliartrite vomito con o senza diarrea (più frequente nel gatto), alterazioni respiratorie, febbre, letargia inappetenza, segni neurologici o alterazioni comportamentali.
Come si possono minimizzare i rischi?
La Wsava (World Small Animal Veterinary Association) ha impostato delle linee guida per i veterinari sulla base delle quali vengono configurati i protocolli vaccinali. In particolar modo vengono distinte le vaccinazioni fondamentali (dette core) da vaccini accessori o facoltativi (non core) fino ad arrivare a quelli non necessari o sconsigliati. I vaccini “core” sono quelli che dovrebbero essere somministrati a tutti gli animali a prescindere dalle condizioni di vita e dall’ambiente. Per il cane abbiamo il vaccino contro il virus del Cimurro, contro l’Adenovirus canino e le varianti del Parvovirus canino di tipo 2. Per il gatto sono quelli che proteggono contro il Parvovirus felino, il Calicivirus felino e l’Herpesvirus felino di tipo 1. Meglio essere specifici per non spaventarsi dopo e soprattutto saper cosa fare.
Ha dei suggerimenti da dare ai nostri lettori?
Purtroppo troppo spesso la vaccinazione viene vista come l’unica ragione per la quale portare il proprio pet dal veterinario, e questo spesso succede per ragioni economiche, ma soprattutto per la pigrizia del proprietario. Se si tiene alla salute dei nostri amici, bisogna responsabilizzarsi. E informarsi.
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