Secondo la nuova Legge di Stabilità, l’anno 2017 porterà all’introduzione di una tassa sui cani non sterilizzati. La proposta, lanciata dal deputato PD Anzaldi, ha trovato molti oppositori e scatenato polemiche a livello nazionale.
Non sono incoraggianti le prospettive per i possessori di cani con la nuova Legge di Stabilità 2017, che prevede una nuova tassa sui cani. Tassa che verrebbe addebitata a chi possiede un animale domestico non sterilizzato. Una decisione che ha sollevato un vero polverone a livello mediatico e non solo, perché costituisce, dopo l’introduzione del canone RAI in bolletta, un’ulteriore forzatura, che va ad aggiungersi alle altre tasse da pagare per il nuovo anno. La proposta – che ha già superato l’esame di ammissibilità in commissione e potrebbe essere inserita, dunque, nella prossima Legge di Bilancio – è stata avanzata da Michele Anzaldi, deputato del Partito Democratico, con l’obiettivo di cercare di tamponare il fenomeno del randagismo, da cui deriva l’applicazione agli animali non sterilizzati.
Ma guardiamo invece le conseguenze di una simile tassa da un’altra prospettiva. Innanzitutto si andrebbe ad aggiungere alla lunga lista di tasse che già gravano pesantemente sul bilancio delle famiglie italiane; inoltre, inevitabilmente scoraggerebbe le persone dall’adottare degli animali per non incorrere nella tassazione o per non affrontare le spese di sterilizzazione, che si aggirano su cifre intorno ai 200 euro. Last but not least, questo sarebbe in netto contrasto con l’iniziativa lanciata dallo stesso Governo di erogare un bonus cane per incentivare l’adozione di cani randagi.
È una proposta inqualificabile, non opportuna, priva di ogni buon senso – ha commentato la senatrice Serenella Fucksia, del Gruppo Misto – Gli animali da affezione fanno parte integrante della famiglia di appartenenza e la loro gestione è tutta in capo a chi se ne assume la tutela e la responsabilità. Piuttosto bisognerà intervenire introducendo limitazioni alla riproduzione forzata dei cani a fini commerciali, talora gestita quasi su un modello industriale. È infatti incongruente che, da una parte li facciamo riprodurre secondo uno schema quasi industriale per venderli, e dall’altra ci troviamo in presenza di cani abbandonati che hanno bisogno solo di adozione. Senza contare che ad oggi non sono previsti aiuti, ad esempio la figura del “veterinario di famiglia”, che garantisca le cure ed eventualmente la sterilizzazione a chi ha un animale da compagnia, ma magari non può sostenere certe spese, perché in difficoltà economica. Pensiamo a tanti anziani, con pensione minima e a come, in un momento di crisi come questo, ciò potrebbe rappresentare un aggravio oneroso impossibile da sostenere.
La senatrice ha ricordato l’operato di Veronesi per la tutela e il rispetto di ogni essere vivente (LEGGI ANCHE VERONESI E LA COSCIENZA DEGLI ANIMALI: ECCO COME LO RICORDA L’ONOREVOLE BRAMBILLA). E ha inoltre aggiunto: Ricordo che da quasi tre anni giace in Senato una proposta legislativa sulla tutela degli animali che si propone di codificare tutta la normativa in materia vigente integrata da altre proposte, in un unico e agile codice legislativo, che eviterebbe le tante proposte random scoordinate che vengono presentate, talora urgenti e condivisibili, altre, come in questo caso, semplicemente folli e assurde. Questo emendamento del collega Anzaldi, è una bizzarria, una boutade, che si fatica a comprendere, mentre avremmo bisogno di diffondere la tutela del rispetto degli animali propria di un Paese civile. Insomma dico ‘no’ alle aberrazioni legislative. Pensiamo inoltre a come spendiamo denaro pubblico pagando parlamentari che tirano fuori dal cilindro queste perle.
Anche gli stessi veterinari, pur andando contro i loro interessi, si sono espressi in modo sfavorevole in merito alla proposta. Il segretario dell’Ordine Nazionale dei Veterinari Antony Ippolito ha affermato: Il nostro giudizio è nettamente negativo, è un’idea improponibile. Penso, per esempio, a chi possiede un cane di razza e volendo fargli fare una cucciolata si troverà di fronte all’alternativa di dover pagare una tassa. Già ci sono, in generale, tante spese per accudire i cani, curarli, farli stare bene […] Piuttosto si faccia una campagna informativa capillare sull’importanza del microchip per la riconoscibilità dell’animale.
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