L’Onorevole Brambilla è da sempre attivamente impegnata nella battaglia per la causa animalista, una “battaglia di civiltà” che, in qualità di Presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, porta avanti con grande amore e dedizione. Di recente ha portato per la prima volta un cane in Parlamento (LEGGI ANCHE VITTORIA BRAMBILLA PORTA IN PARLAMENTO IL PRIMO CANE DELLA STORIA DELLA REPUBBLICA) per affermare i diritti animali. Dopo la scomparsa di Veronesi, ha voluto ricordare l’impegno del più grande oncologo della storia a favore dei diritto degli animali e il loro più grande progetto insieme: Una gravissima perdita per il Paese e per la scienza medica, ma anche per tutti gli animali che hanno perso la voce più autorevole levata in difesa dei loro diritti – ha affermato l’Onorevole Brambilla – non ha mai fatto mancare la sua voce in difesa dei diritti di ogni animale e per una nuova cultura vegetariana, rispettosa di tutte le creature che condividono con noi il diritto alla vita.
Veronesi è stato un animalista nel senso più ampio del termine. Nel 2010 abbiamo fondato insieme il movimento culturale “La Coscienza degli animali”, al quale ha sempre dato il suo straordinario contributo di scienziato e di intellettuale, intervenendo alle “giornate nazionali” di riflessione su vari aspetti del rapporto tra uomo ed animali e rendendosi disponibile ogni volta che c’era bisogno del suo consiglio o del suo apporto. Insieme, avevamo scelto di essere la voce di chi non ha voce, la “coscienza degli animali”, appunto. Il Manifesto del movimento, pubblicato sul sito ufficiale del progetto, che ha ottenuto circa 150mila sottoscrizioni, comincia con queste parole: Il rispetto per la vita è una delle grandi conquiste dell’uomo, è un segno di civiltà. E la vita non è solo la nostra vita, ma anche quella di tutto ciò che ci circonda.
Come ricorda Brambilla: Umberto amava ripetere che “nella scala evolutiva c’è una progressiva evoluzione del dolore, una progressiva evoluzione della sofferenza e gli animali, evolvendo nelle varie, condizioni arrivano a un tipo di situazione neuropsichica molto vicina a quella dell’uomo”. Anche se non sanno parlare, diceva, riescono a comunicarci “la loro gioia, il loro dolore, la loro sofferenza, la loro gelosia, il loro senso di abbandono, il loro bisogno di affetto. Quindi, possiamo dire che sono vicini a noi come sensibilità e che è giusto riconoscere loro gli stessi diritti dell’uomo”.
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