Malgrado la guerra, Mohammad Alaa Jaleel è rimasto ad Aleppo per prendersi cura dei gatti rimasti senza padrone a causa della guerra.
Dopo l’esodo causato dalla guerra sono migliaia i gatti e gli altri animali domestici abbandonati che si aggirano per le strade deserte di Aleppo. Soli, disidratati, affamati, si avvicinano all’unico uomo che è rimasto per prendersi cura di loro. Il suo nome è Mohammad Alaa Aljaleel, di professione elettricista, un uomo forte, che ha fatto una scelta coraggiosa: ha deciso di non partire, di restare nel suo paese a guidare ambulanze, a portare soccorso ai feriti e ad accudire i suoi gatti e gli altri animali abbandonati al loro destino in questo triste scenario di guerra.
Avrebbe potuto trasferirsi in Turchia e sottrarsi alla violenza e agli orrori che ogni giorno incombono sulla Siria, ma ha scelto di restare, perché, per lui, come ha dichiarato in un’intervista: umanità e compassione sono le cose più importanti della vita. Quando sono partiti tutti, i gatti hanno iniziato a venire da me – ha raccontato Alaa, soprannominato “l’uomo gatto” – Alcune persone mi hanno lasciato il loro gatto perché sanno che li amo. Inizialmente si è preso cura di una ventina di gatti, ma poi il numero è cresciuto in modo esponenziale fino a diventare centinaia e per loro Alaa ha creato una sorta di santuario tra le macerie.
Dotato di un altruismo estremo, non solo Alaa si è fatto carico dei gatti della città, ma ha dimostrato anche grande sensibilità per lo stato d’animo degli umani che sono stati costretti a separarsi dai loro animali domestici, come una bambina che, prima di partire, gli ha consegnato il suo gattino e gli ha chiesto in lacrime di inviarle regolarmente delle foto. Alaa le ha promesso: Lui resterà con me e io ne avrò cura fino a quando torni e quel giorno sarà ancora tuo. Aleppo è una città distrutta dalla guerra, ove si sta compiendo quello che dal segretario delle Nazioni Unite ha definito “uno dei più grandi genocidi nella storia dell’umanità”. La scelta di Alaa è un esempio che dimostra che l’amore può ancora vincere, anche sulla guerra.
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