A Basilea un pit bull è morto per essere stato abbandonato in una stanza senza acqua né cibo. Il cane ha cercato disperatamente di salvarsi, scavando finanche un buco nel muro. Quando lo hanno ritrovato e liberato era troppo tardi e per lui non c’è stato nulla da fare.
L’Associazione per la Protezione dei Cani Bullstaff Hilfe ha segnalato sulla propria pagina Facebook un grave episodio di crudeltà nei confronti di un cane nella città di Basilea. La vittima di questo gesto ignobile è stato un pit bull, segregato dalla sua padrona in una lurida stanza di pochi metri quadri, all’interno di una palazzina per circa quattro giorni senza acqua né cibo. Il cane disperato ha cercato in ogni modo di mettersi in salvo ed ha perfino scavato un buco nel muro per cercare di fuggire dalla sia prigione. Non riuscendo a scappare, ha iniziato ad abbaiare notte e giorno, provocando inevitabile disagio ai vicini che hanno chiamato la polizia.
Le urla spaventose del povero pit bull hanno raggiunto lo studio di un tatuatore che si trovava al piano terra del palazzo e, grazie alla sua segnalazione, è intervenuto il veterinario Michel Laszlo che ha trovato l’animale in fin di vita. Le sue condizioni erano talmente critiche, con compromissione di tutti gli organi, che non vi è stata altra scelta che procedere all’eutanasia. Non era la prima volta che la proprietaria del cane era stata fermata dalle autorità nazionali e dal servizio veterinario svizzero. Già in Francia la ragazza aveva venduto illegalmente varie specie di animali, probabilmente lasciati morire prima del suo spostamento a Basilea.
Anche sulle rive del Reno potrebbero esserci altre vittime della donna, infatti pochi giorni prima del ritrovamento del pit bull, sono scomparsi quattro bulldog e un chihuahua. Ciò che non è chiaro è come mai non sia stata fermata prima, visto che era già nota per maltrattamenti su animali! È un caso palese di crudeltà ̶ ha spiegato Antoine F. Goetschel, avvocato esperto sulle leggi contro il maltrattamento degli animali ̶ La donna dovrebbe essere condannata a due anni di carcere. In base alla gravità dell’accaduto, la legge prevede fino a tre anni di reclusione per il maltrattamento sugli animali e si spera che la donna sconti il massimo della pena.
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