Un cucciolo di pochi mesi è stato tenuto attaccato a una catena sotto un rimorchio in panne per giorni. I proprietari lo avevano messo in quarantena perché credevano fosse malato
Un giorno, in un villaggio bulgaro, qualcuno ha iniziato a dire che Duke, un cucciolo di 10 mesi, aveva una malattia altamente contagiosa. Per questo nessuno avrebbe dovuto avvicinarsi a lui e, per questo, era stato incatenato in un prato appena fuori il centro abitato e lasciato là, solo. Nessuno si occupava di lui, o andava a dargli da mangiare. Una quarantena crudele e incomprensibile, durata per lunghissimi 10 giorni.
Poi, finalmente, una cittadina che non ne poteva più di tutta quella sofferenza ha chiamato la Rudozem Street Dog Rescue, associazione no profit che si occupa di cani e gatti in difficoltà sul territorio bulgaro. Così, quando il cofondatore del gruppo, Tony Rowles, è arrivato ha trovato un cagnolino coperto di mosche e circondato dai suoi escrementi comprensibilmente terrorizzato.
“Era molto spaventato – ha detto Rowles al sito The Dodo – e c’era un forte odore di ammoniaca. Non poteva muoversi da nessuna parte era totalmente schiacciato”. Nonostante ciò, la prima cosa che Duke ha fatto quando l’uomo gli ha porto la mano è stata baciargliela. Di certo non poteva lasciarlo là, così, sebbene il suo rifugio fosse pieno, decise di portare il cane a casa.
Prima però, ovviamente, lo ha portato dal veterinario, dove si è scoperto che l’unica cosa contagiosa del cane era il suo fascino gentile. Anche se, per qualche settimana, ha nutrito una forte paura degli uomini. Più che comprensibile, se si pensa a come gli uomini lo avevano trattato. La cosa peggiore è che, secondo il medico, qualcuno gli aveva anche rotto le zampe o, peggio, qualcuno aveva mandato letteralmente in frantumi i suoi piedi anteriori.
Dopo un’operazione, buon cibo e tanto affetto, Duke ha riacquistato le forze. E l’associazione è riuscita anche a trovare per lui una ottima adozione in Inghilterra. Per Rowles che lo aveva curato e accudito è stato difficile separarsi da Duke, ma sapeva che quella era la strada giusta. Insomma, Duke alla fine è stato fortunato, ma quanti suoi simili fanno la stessa fine per sciocche credenze popolari?
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