La nostra intervista esclusiva a Rita Dalla Chiesa, grande animalista e amante dei cani, ma non solo. Ecco cosa ci ha raccontato
Se c’è un personaggio noto che, quando ancora non era di moda, si è adoperata per il benessere degli animali, quella è Rita Dalla Chiesa. Per questo, in un momento critico sul fronte degli abbandoni come quello estivo, noi di Velvet abbiamo cercato proprio lei, come esempio “virtuoso” di chi non solo fa del bene a cani e gatti domestici, ma non ha nemmeno paura di metterci la faccia. E c’è da dire che lei, da vera signora della tv e non solo, è stata ben contenta di rispondere alle nostre domande. Ecco cosa ci ha raccontato.
Per prima cosa, da dove nasce il suo amore per gli animali?
I miei genitori mi raccontavano sempre che mi avevano messa in carrozzina con 2 cani. Ma a parte gli scherzi, sono stati proprio loro a insegnarmi il rispetto verso il prossimo, dove il prossimo non doveva per forza essere umano. Gli animali sono creature straordinarie, da cui noi possiamo solo imparare. È questo che ho cercato di trasmettere a mia figlia. Certo io preferisco i cani e lei i gatti, ma non si può avere tutto dalla vita (e ride, ndr.)…
Ci sembra di capire che un 4 zampe in casa sua ci sia sempre stato. Oggi quanti ne ha?
Al momento ho 3 cani che vivono con me, Pedro, Nino e Lady, ma devo ammettere che a volte mi occupo anche dei mici che vivono in strada per le vie del mio quartiere. Porto loro da mangiare, se ci penso che l’unica volta che ho avuto problemi con qualcuno è stato proprio per un gattino randagio.
In che senso?
C’era un uomo che portava a passeggio il suo Pit Bull sotto casa mia, ma non riusciva a gestirlo. Tanto che aveva attirato la mia attenzione, perché il cane sembrava pericoloso. A un certo punto l’animale è sfuggito al controllo del proprietario e, poiché era senza museruola, si è avventato proprio su una gattina che viveva qui. Uno strazio, l’uomo nemmeno si è scomposto, ha ripreso il cane e se ne è andato. Io lo avrei inseguito, ma forse quel cane avrebbe potuto ferire anche me.
E alla fine che è successo?
Non ho potuto fare altro che attendere ore con quell’esserino prima che arrivasse un’ambulanza veterinaria. Assurdo che nella Capitale d’Italia non ci siano servizi di pronto soccorso per gli animali. So che è ancora viva, comunque, anche se ha perso 2 zampe. Chiamo spesso la clinica dove è ricoverata per avere sue notizie.
Vuol dire che nel suo quartiere la conoscono non solo per i suoi successi in tv?
In effetti no. Pensi che qualche tempo fa avevo trovato un cane che gironzolava senza collare per le vie. Mi ero accorta che doveva essere di qualcuno perché non era mal tenuto o denutrito. Ma nessuno in zona sembrava riconoscerlo. Così, poiché non avevo un guinzaglio con me gli ho legato la mia giacca intorno al suo corpo e ho aspettato che mi guidasse verso casa sua. Lui non lo ha fatto e allora ho deciso di portarlo dal veterinario, ma non aveva nemmeno il microchip.
E poi?
Ho deciso di tenerlo con me, non me la sentivo di lasciarlo solo. Lo avevo chiamato Domenico, perché lo avevo trovato di domenica. Poi un giorno mentre aspettavo un’amica sotto casa si è fermata una macchina ed è scesa una donna che diceva di conoscere il cane e che si chiamava Biscotto. Era di una sua amica, pensavano che avessi rubato il cane, roba da matti. Comunque ho preteso di conoscere la proprietaria, volevo vedere la reazione del cane. Devo dire che lui ha riconosciuto addirittura il suono della sua auto e quando l’ha vista era impazzito dalla gioia. Ma se si sceglie di prendere un cane si deve essere responsabili, oltre al microchip è bene fornirli di collare e medaglietta sempre.
Insomma, la sua per i cani è un po’ come una “missione”…
Beh loro mi hanno dato tanto. Tutti quelli che ho avuto mi hanno arricchita in modo diverso. Ognuno ha avuto un posto nel mio cuore e non dimentico nessuno.
Meglio di razza o trovatelli?
Nella mia vita ho comprato solo un cane, perché mia figlia era piccola e si era fissata con il West Highland. Per il resto tutti salvati dal canile e sono arrivata alla conclusione che sia questo il modo giusto per avere un cane. E poi, parliamoci chiaro, i rifugi sono pieni anche di cani di razza, c’è l’imbarazzo della scelta.
Un’ultima curiosità: tornerebbe in tv con un programma dedicato agli animali?
Lo farei subito, ma solo se gli autori smettessero di approcciare questo tipo di trasmissioni con la “mano sinistra”. Nella mia esperienza, quando sono stata al timone di format dedicati ai 4 zampe, erano sempre considerati come tappa buchi, proposti a orari impossibili. Secondo me la televisione italiana ancora non capisce bene le potenzialità di questo settore, ma chissà magari un giorno…
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