L’orso polare Arturo è morto nello zoo di Mendoza, in Argentina. Lo avevano definito “l’orso più triste del mondo” perché era l’unico della sua specie a essere costretto a vivere in un clima caldo come quello di Mendoza
L’orso polare Arturo non ce l’ha fatta a superare un’altra estate. Erano settimane che tra le associazioni animaliste internazionali si rincorrevano voci sulle sue sempre più precarie condizioni di salute, ma a nulla sono valsi i tentativi di salvarlo: Arturo è morto nello zoo di Mendoza, in Argentina. L’animale, che aveva circa 30 anni, era stato trasferito nella struttura nel 1993 ed era l’ultimo orso polare presente nel Paese. Già da 4 anni, infatti, era rimasto da solo dopo la morte della compagna Pelusa.
Inoltre, come è ovvio che sia, Arturo soffriva molto il caldo delle temperature argentine e per questo era stato definito dalla stampa locale che si era occupata del suo caso “l’orso polare più triste al mondo”. In questi anni si erano moltiplicate le richieste di salvarlo e di spostarlo in una riserva in Canada, dove certamente avrebbe trovato un clima più congeniale alla sua specie. Anche diversi personaggi famosi, come la cantante Cher, avevano sposato la sua causa. Ma nonostante le pressioni il direttore dello zoo non aveva mai ceduto alle richieste e non aveva voluto trasferirlo: “È troppo vecchio” sosteneva, non avrebbe retto al viaggio.
Le ultime immagini dell’orso circolate sui social, poi, ritraevano l’animale chiuso in una gabbia, sempre più malandato. E ora la notizia della sua morte. “Almeno, Arturo ha smesso di soffrire”, si legge nei siti delle organizzazioni che, però, si promettono di andare a fondo alla faccenda e sperano che la sua esistenza e la sua morte non sia state vane.
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