A Reggio Calabria una vitella di 300 kg ha vagato per due ore per la città ed è stata poi abbattuta dalle forze dell’ordine con sette colpi di pistola.
A Reggio Calabria una vitella di 300 kg che si aggirava per le strade, ha vagato per due ore inseguita dai Carabinieri, dalla Polizia Municipale e dai Vigili del Fuoco. I Carabinieri dopo oltre due ore di vani tentativi di fermarla, l’hanno abbattuta all’interno del Cortile del Palazzo del Consiglio Regionale della Calabria. Le segnalazioni erano giunte intorno alle ore 15:00 da parte di passanti e automobilisti spaventati dalla presenza dell’animale, che, dopo aver attraversato tutto il lungomare, si è diretta nella zona nord della città, passando dal Museo che ospita i Bronzi di Riace, Piazza del Popolo, Piazzetta Unicef, per poi scavalcare un muretto ed entrare all’interno del perimetro sorvegliato di Palazzo Campanella, che ospita il Consiglio regionale.
Per fermare la vitella, che risultava priva di microchip, hanno deciso dunque di abbatterla e un carabiniere le ha esploso contro ben sette colpi di pistola con l’arma d’ordinanza. La domanda è: era davvero necessario abbatterla? Cosa poteva fare di così pericoloso una vitella? Possibile che non esistesse un altro metodo al di fuori dell’uccisione? Di sicuro queste domande sono quelle poste da tutto il popolo animalista, che non potrà accontentarsi della giustificazione che l’animale, nella sua corsa, forse avrebbe potuto arrecare danni a cose e persone.
In una nota, la Sezione di Reggio Calabria della LAV ha dichiarato: Ha creato Grande indignazione nell’opinione pubblica reggina la vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, un animale scappato non si sa da quale allevamento e finito dalle forze dell’ordine con 7 colpi di pistola senza che avesse danneggiato né ferito persone. Il “pericoloso toro”, come titolavano i giornali online, che “seminava il panico” in città (neanche fosse un leone), in realtà era solo un vitello, molto spaventato, che alla fine di una lunga fuga per le vie cittadine ha terminato la sua corsa nei pressi del palazzo del Consiglio Regionale della Calabria e, proprio quando poteva essere catturato con il semplice aiuto del servizio pubblico veterinario, è stato abbattuto senza pietà.
La LAV – che presenterà una denuncia alle autorità competenti ai fini di individuare le precise responsabilità di chi ha lasciato incustodito l’animale, di chi ha dato l’ordine di abbatterlo e dei servizi veterinari pubblici per omissione di atti di ufficio – si domanda: chi ne ha autorizzato l’uccisione? Perché non è stata chiamata l’Asp veterinaria per sedarlo? Oppure, se è stata chiamata, perché non è intervenuta? Sarebbe bastato un semplice un sedativo per calmare e fermare l’animale impaurito.
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