Ci risiamo, il cantante Justin Bieber ha scatenato l’ira degli animalisti postando la foto di lui che accarezza una tigre tenuta al guinzaglio come un cagnolino
Chi è sempre sotto i riflettori ha delle reponsabilità in più. Soprattutto se sei un idolo per la tua generazione. Ed è per questo che la nuova foto postata su Instagram da Justin Bieber che accarezza una tigre (sì, avete capito bene, una tigre vera) tenuta al guizaglio non è piaciuta affatto alla Peta, la nota organizzazione internazionale per i diritti degli animali. “Justin Bieber è stato fortunato che la tigre non gli abbia squarciato la gola” ha detto la vice presidente Lisa Lange, commentando l’accaduto in un comunicato ufficiale.
Inoltre, Bieber è stato calorosamente invitato a non farsi fotografare con animali selvatici, in nome degli anni di violenze e sevizie che spesso sono costretti a subire. L’associazione avrebbe anche chiesto al cantautore di non compiere di nuovo lo stesso atto, al fine di evitare di promuovere questo tipo di abuso. Qualche tempo fa un’altra associazione animalista, il North American Primate Sanctuary Alliance, aveva già chiesto all’artista di non pubblicare foto di scimmie e di non fare dichiarazioni su di loro, visto anche come era stata trattata la sua Mally, abbandonata in Germania dal performer in uno dei suoi tour (LEGGI ANCHE: JUSTIN BIEBER VUOLE UN’ALTRA SCIMMIA. GLI ANIMALISTI, “AIUTATECI A FERMARLO”).
A quanto pare, questa volta, l’immagine è stata scattata a Toronto, in Canada, in occasione della festa di fidanzamento di suo padre Jeremie. Secondo la Peta, infine, il felino usato come “intrattenimento per gli ospiti” dovrebbe provenire da Bowmansville, un famigerato zoo dell’Ontario il cui direttore Michael Hackenberger si è dimesso, dopo essere stato accusato di diversi atti di crudeltà verso gli animali, come nel video girato di nascosto che lo riprende nell’atto di frustare 17 volte una giovane tigre malgrado questa si fosse coricata sulla schiena in segno di sottomissione e paura. Speriamo solo che il cantante, dopo questi ennesimi ammonimenti, ci pensi su.
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