Un cane capisce al primo sguardo se ha di fronte un amico o un nemico. E’ questo lo straordinario risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’università di Pisa che ha dimostrato per la prima volta che anche i “migliori amici dell’uomo” provano empatia. Il contagio emotivo, quindi, non è una peculiarità degli esseri umani o delle scimmie antropomorfe, ma anche i cani che proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (meno di un secondo), alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un amico.
La ricerca è stata appena pubblicata sulla Royal Society Open Science, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso). “La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato la dottoressa Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata“.
I dati sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico Vincenzo Florio Junior del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle 6 alle 9 di sera per un totale di 50 ore di video. Dopo un certosino lavoro di analisi, gli scienziati hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi.
“Insomma, ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha aggiunto la Palagi – e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio“. Il team, inoltre, spera di iniziare presto a studiare anche il lupo, per capire se l’empatia che provano i cani ora è frutto del processo di domesticazione, o se sia invece radicato nell’evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. “Se così fosse – ha concluso – si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre“.
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