Nessuno si era mai mostrato gentile o amorevole con lui. Gli esseri umani lo avevano sempre trattato con indifferenza. Era un Pit Bull, un cane “nato per combattere”, e come tale era stato cresciuto fino a quando era stato salvato da chi lo sfruttava per la sua potenza fisica e portato in un ricovero per animali maltrattati. Ma anche qui era stato messo in una gabbia da solo, lontano da altri cani, e molti volontari avevano paura ad avvicinarlo. Certo, non doveva più combattere, ma anche quella non era vita. Era un Pit Bull, condannato a un’esistenza solitaria per il solo fatto di essere così.
Almeno fino a quando una donna lo ha visto e ha deciso di andare oltre al suo aspetto fisico. Era un Pit Bull, ma anche un cane che aveva bisogno (forse più di tutti) di essere amato. Come si può vedere nel breve video al termine dell’articolo che testimonia l’incontro tra i due, infatti, la signora inizia a parlare col cane (in inglese) e lui sembra quasi risponderle. Lei, per prima cosa, gli chiede: “What’s the matter” (ovvero “qual è il problema?”) e lui mugolando le indica qualcosa e poi, timidamente, si avvicina. Anche se non subito, ovviamente. Per fidarsi di nuovo ha bisogno di un po’ di tempo. Ma la donna nella clip è decisa a trovare un punto di contatto, lo incita, gli dice che è bello e buono, lo chiama “Good Boy”. E la reazione di questo cagnolone è davvero commovente.
Perché, nonostante tutto il dolore che gli umani gli hanno causato, lui sceglie di credere in loro un’altra volta. Così abbassa le orecchie, inizia a muovere la cosa e quasi strisciando arriva con la testa fino alle sbarre della sua gabbia solo per farsi accarezzare. Ecco la bellezza di questi esseri, capaci di dare sempre un’altra possibilità ai cosiddetti “bipedi” che purtroppo non sempre la meritano. Un altro grande esempio che testimonia una cosa sola: sono loro a insegnare più di tutti, anche se noi non sempre impariamo.
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