Se un cane di casa attacca un uomo c’è sempre un motivo dietro. A sostenerlo il dottor Giovanni Mezzano, direttore del servizio veterinario di Ciriè, Chivasso e Ivrea, in Piemonte. Il veterinario è stato intervistato dal sito www.lasentinella.gelocal.it in merito a un recente caso di cronaca, in cui una donna è stata aggredita dai suoi 2 Boxer mentre portava loro da mangiare. Sembra, infatti, che i cani avessero iniziato a litigare per il cibo e che lei avesse tentato di separarli con il risultato di venire morsa. Ma per il professionista reazioni come queste derivano da abitudini sbagliate che gli stessi proprietari insegnano ai loro animali, magari anche non volendo o per semplice ignoranza.
“Risulta spesso difficile stabilire una vera e proprio ricostruzione dei motivi che portano il nostro animale ad avere comportamenti aggressivi verso altri cani, persone o verso gli stessi padroni – ha detto il medico – Posso con certezza affermare che dipende soprattutto dalle abitudini che si danno fin da cucciolo all’animale“. Nel caso preso in oggetto, inoltre, secondo Mezzano, forse i cani non erano stati abituati a essere disturbati durante i pasti, in modo da evitare reazioni non gradite in caso di distrazione dal cibo, anche involontaria. “Inoltre – ha aggiunto il medico – se i due cani erano in colluttazione, intromettersi fra i due è stata certamente una pessima idea. La padrona è stata vista come un intruso“.
Nel caso specifico, poi, c’è da chiedersi anche come mai tra due cani cresciuti insieme c’è una conflittualità così forte. “In questi casi è opportuno rivolgersi a un comportamentalista – ha proseguito il veterinario – un esperto che sa analizzare atteggiamenti e reazioni dell’animale e trovare il giusto modo per evitarli. Un esempio può essere il gesto del cane di ringhiare contro il padrone. Un segnale preoccupante che non dovrebbe mai verificarsi“. Insomma, l’educazione di un cucciolo è importantissima: è l’unico modo per evitare che accadano episodi del genere quando i cani sono adulti. Ed è l’unico modo per evitare che si arrivi a soluzioni estreme come la soppressione. “Sarebbe necessario chiedersi – ha concluso Mezzano – se è giusto che una distrazione dell’uomo possa essere causa di morte per un animale“.
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