Si è laureato in filosofia con 110 e lode e ha iniziato a lavorare quasi subito con i bambini. Ma poi Simone Dalla Valle si è innamorato e ha capito che la sua strada era un’altra. Lei si chiamava Kaya ed è stata il suo primo cane. Kaya, però, non era un 4 zampe “facile” con cui vivere, aveva un passato (era stata maltrattata) e portava con sé diversi problemi di gestione. Ed è stato proprio per comprendere meglio Kaya che Simone ha iniziato a studiare il mondo dei cani e dei canili e ha deciso che quella sarebbe diventata la sua professione. Così nel 2003 è diventato un educatore e nel 2006 istruttore cinofilo. Poi ci sono stati due libri (Un cane per amico e Come parla il tuo cane) e la tv con Missione cuccioli (che, ci ha detto, presto dovrebbe tornare sul piccolo schermo con una nuova edizione). E ancora le lezioni, i corsi, gli stage in giro per l’Italia e, soprattutto, il suo lavoro di “riqualificazione” al canile di Voghera.
Simone, in che modo si può “riqualificare” un canile?
Prima di tutto, bisogna modificare il modo in cui il canile viene percepito all’interno della società: non è (o, meglio, non dovrebbe essere) un centro di reclusione, ma di riabilitazione, altrimenti è semplicemente fallimentare. Ed è proprio questo quello che io, insieme agli altri educatori che lavorano con me al canile Enpa di Voghera stiamo facendo: è necessaria una collaborazione fra educatori e volontari con l’obiettivo comune di far star bene i cani, renderli equilibrati e felici per cambiare realmente le cose.
Un concetto quello della felicità di un cane al quale sembra tenere molto. Come mai?
Semplice, non si può dire di amare i cani e poi non volere la loro felicità. E’ un controsenso. E per fare felice un cane bisogna conoscerlo, sapere come comunica, leggere i suoi comportamenti. Non dico che dovremmo diventare tutti istruttori, ma se prima di prendere un cane in casa (o al massimo appena preso il cucciolo) si facessero anche poche lezioni con un educatore sarebbe utilissimo. E, in più, si eviterebbero tanti di quegli errori che poi rischiano di compromettere il carattere di un cane adulto e di rendere davvero complicata la sua gestione casalinga.
In che modo?
Non conoscendo i cani si possono commettere veri disastri. Come sceglierli solamente in base all’aspetto fisico che più ci aggrada. Le razze hanno peculiarità proprie che devono sempre essere prese in considerazione e che non possono essere modificate. Quello che si può fare, invece, è imparare a gestirle e in questo la preparazione e lo studio dell’animale sono fondamentali. Insomma, per vivere bene con un 4 zampe bisogna saper relazionarsi con lui. Ogni cane ha una sua personalità e delle esigenze proprie che vanno comprese e accettate. Solo così si può intraprendere un percorso insieme, soddisfacente per entrambi.
Quindi se un cane è aggressivo dobbiamo accettarlo così com’è?
Qui va fatta una precisazione. Molto spesso vengono da me persone che scambiano per comportamenti aggressivi quelli che invece sono conseguenze da stress. Perché se un animale non è felice e non vive appieno la sua essenza di cane, inevitabilmente finirà col diventare nervoso. Non smetterò mai di ripeterlo: i cani hanno bisogno di fare i cani, devono muoversi, esplorare, camminare, giocare con il proprio proprietario e correre liberi. La loro attività giornaliera non può limitarsi a un giretto all’area cani sotto casa.
Ma per un cucciolone che vive in città le aree cani rappresentano un buon compromesso…
Ecco un compromesso, che non deve diventare l’unica via. Quando si sceglie di comprare o di adottare un cane vanno messe in conto tante cose, anche il fatto che questi animali hanno dei bisogni e che se noi li amiamo davvero come ci piace dire dobbiamo anche andare incontro alle loro reali esigenze. E per farlo ci si deve informare e rivolgersi agli esperti.
COSA FARE SE SI TROVA UN CANE SOLO PER STRADA
Quale secondo lei l’errore più comune che si compie con un cane?
Tenerlo chiuso in casa nei primi mesi di vita, che sono i più importanti per la sua formazione. L’esplorazione, le passeggiate, il contatto con l’esterno e con i suoi simili (ovviamente vaccinati) sono indispensabili per un cucciolo. Ma forse un errore ancora più grande è proprio la scelta inconsapevole. Essere informati e preparati può evitare molte brutte sorprese. Proprio questo, infatti, sarà l’argomento del mio mio prossimo libro, che dovrebbe uscire verso la fine dell’anno. Lo so, sarebbe dovuto essere il primo in effetti, ma ci sono arrivato più tardi. Ci ho dovuto rimuginare parecchio. Sarà colpa del filosofo che è ancora in me…
Foto by Mirta Lispi