Delle pellicce vere possono essere definite etiche? Secondo Pamela Paquin sì. La donna è fondatrice del marchio Petite Mort e quindi realizza giacconi, cappotti, collari ed altri capi di abbigliamento per signore con la pelle degli animali investiti accidentalmente per strada. Un po’ macabra come cosa (anche il nome del brand non è poi così rassicurante). Eppure sul mercato questo marchio sta riscontrando un successo notevole. Come lei stessa sostiene, in questo modo chi non sopporta che la sua pelliccia abbia causato la morte di qualche animale (ma allo stesso tempo non sopporta i materiali sintetici), potrà comunque indossarla senza problemi.
“Ho sempre amato gli animali – ha dichiarato Pamela al Dailymail – e ho sempre lavorato in una fattoria. Ci sono tantissimi incidenti d’auto che coinvolgono animali in America. Sapevo che l’idea sarebbe stata popolare, ma non sapevo quando sarebbe decollata“. Le pellicce vengono vendute tra gli 800 (le stole) ed i mille euro (le pellicce più “pregiate”). E’ l’Highway Department and Animal Control a raccogliere i cadaveri delle vittime, che poi vengono scuoiati, congelati e lavorati.
Ogni capo contiene inoltre un badge in cui c’è scritto il tipo di bestiola coinvolta nella fabbricazione. Gli animalisti però non sono convinti di questa iniziativa. Si rifiutano infatti di collaborare al progetto, perché, secondo loro, in questo modo s’incoraggia la diffusione e l’utilizzo di questo particolare abbigliamento nella società. Insomma, di etico sembra esserci ben poco. La Paquin però continua per la sua strada ed è convinta di fare solo del bene: “La maggior parte delle persone – ha continuato – è grata che qualcuno stia facendo qualcosa di rispettoso con gli animali“. Nelle immagini pubblicate in Rete Pamela appare addirittura felice e sorridente insieme al suo cagnolone. Siamo proprio sicuri che gli animalisti non organizzeranno una vera e propria rivolta?
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