La pet therapy è una terapia che si basa sull‘interazione tra gli uomini e gli animali: questi ultimi vengono utilizzati in un certo senso per alleviare le sofferenze dei malati. Secondo quanto riporta Il Corriere del Veneto da alcuni mesi presso il Policlinico San Marco di Mestre viene sperimentata questa tecnica ed in particolar modo per i malati terminali, le persone anziane e soprattutto quelle sole. Con questi soggetti in particolare a volte i risultati sono davvero sorprendenti.
“Abbiamo l’esempio di un vecchietto – il dottor Renzo Malatesta, direttore sanitario del Policlinico che collabora con l’Ulss 12 veneziana – che ormai sembrava privo di voglia di vivere, non voleva più parlare. Il cane è riuscito ad interagire con lui e a farlo tornare a dialogare con il mondo esterno”. Ci sono comunque delle regole da seguire, infatti il veterinario che segue il progetto a consigliato ai medici di permettere la visita del cane ai malati solo per un’ora a settimana: “Dopo l’intervento – ha continuato – all’animale viene concesso di fare una bella corsa in giardino e ‘smaltire’ lo stress“.
Nello stesso ospedale si va anche oltre. Non a caso alcuni dipendenti (su richiesta di tipo psicologico) possono portare il proprio animale sul luogo di lavoro per migliorare il rendimento dei dipendenti. Lo stesso vale anche per i pazienti ricoverati che possono ricevere così le visite dei proprio animali domestici. Non a caso la pet therapy “integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo“. Non solo poi per le persone malate, ma anche per gli studenti sotto stress da esami.
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