Le vaccinazioni sono indispensabili per i gatti, sia per quelli che vivono in casa sia per quelli abituati ad uscire; fino ai 3 mesi è la mamma che li protegge grazie al latte pieno di anticorpi, poi arriva il tempo della prima vaccinazione con successivo richiamo da effettuarsi dopo due settimane. Il veterinario indicherà la tempistica e consiglierà la protezione adeguata, in base allo stile di vita del felino; solitamente i gatti da appartamento vengono vaccinati con la preparazione tetravalente, mentre per i mici che escono (in cortile, giardino o per strada) è consigliata la pentavalente.
IL CANE ALEX E LA FORZA DELLA VITA:PER SOPRAVVIVERE HA MANGIATO SASSI
La vaccinazione tetravalente protegge il micio di casa dalla gastroenterite felina, dalla rinotracheite infettiva e dal calcivirus. In più, la pentavalente assicura la protezione dalla leucemia felina e dalla clamidiosi. Non esiste, purtroppo, nessun vaccino contro la Fiv, sindrome di immunodeficienza felina simile all’HIV umano. Esiste anche una puntura contro la polmonite felina, di cui però non si è ancora accertata l’efficacia; se il gatto vive in Sardegna (o se lo si vuole trasportare lì) è necessario eseguire l’antirabbica, vaccinazione obbligatoria anche per l’Europa.
Dopo la puntura non si presentano gravi effetti collaterali, anche se nelle prime 24 h si potrà notare una forma di stanchezza, inappetenza e un’alterazione della temperatura, dovuta al liquido inoculato; è possibile anche che nella zona in cui è stato effettuato il vaccino si formi un livido o un nodulo duro al tatto. Tutte queste reazioni non devono preoccupare il padrone, anche perché solitamente scompaiono nel giro di pochi giorni. Infine è bene non dimenticare di portare sempre con sé il libretto delle vaccinazioni del proprio micio, dove il veterinario scriverà le punture effettuate e le date del richiamo.
Photo by Facebook