Proprio come per i cani, anche per i gatti, la questione alimentare non si limita alla sola qualità e quantità del cibo fornito, ma abbraccia anche la frequenza con cui questi animali vengono nutriti.
Nel mondo dell’alimentazione e del benessere di cani e gatti, è fondamentale garantire ai nostri compagni a quattro zampe il miglior sostegno possibile.
Per i gatti, il cibo rappresenta principalmente un mezzo attraverso cui accumulare energia. Questo rispecchia l’indole ancora selvatica di questi animali, che richiede una comprensione approfondita da parte dei loro proprietari. La gestione della frequenza dei pasti diventa – quindi – un aspetto chiave da considerare attentamente.
Quante volte dare da mangiare al gatto
Il viaggio alimentare di un gatto inizia con l’allattamento materno, fino alla quarta settimana di vita. Successivamente, inizia lo svezzamento che dura fino all’ottava-decima settimana, periodo dopo il quale i gattini diventano progressivamente autonomi nell’alimentazione. Questo processo varia da individuo a individuo, ma stabilisce le basi dell’autonomia alimentare.
Durante la fase di crescita intensiva, fino ai sei mesi d’età, è consigliabile suddividere la razione giornaliera in cinque pasti. Successivamente, si può ridurre gradualmente questa frequenza fino ad arrivare a tre pasti giornalieri (dai sei agli otto mesi d’età). Raggiunta l’età adulta, intorno al compimento dell’anno di vita, i gatti possono adeguarsi a due pasti al giorno, purché non distanti oltre 12 ore.
Nonostante sia possibile abituare un gatto a mangiare due volte al giorno, questa pratica contrasta con la sua natura da predatore, che lo porterebbe idealmente a consumare piccole prede frequentemente durante tutto l’arco della giornata e della notte. La soluzione ideale sarebbe permettere al gatto di procacciarsi parte del suo cibo o essere presenti per offrirglielo frequentemente durante il giorno. Tuttavia, queste opzioni potrebbero non essere sempre possibili; pertanto, un compromesso valido consiste nell’offrire due o tre pasti principali affiancati dalla disponibilità costante di crocchette, tramite dispenser automatico o interattivo.
È fondamentale assicurarsi che le crocchette siano di buona qualità ed è altrettanto importante che il gatto impari a gestire la fame, evitando così rischi legati all’obesità. Utilizzare dispenser programmabili può aiutare a controllarne l’erogazione evitando sovralimentazioni accidentali. Offrire cibo su richiesta può sembrare una modalità attenta alle esigenze immediate dell’animale, ma spesso può tradursi in una errata interpretazione delle sue reali necessità comportamentali ed emotive, che possono portare a conseguenze più o meno gravi per lui.