
Fenicotteri rosa in difficoltà: l'incredibile incidente sul Monte Catria
Un tragico evento ha colpito il Monte Catria, situato nell’Appennino umbro-marchigiano, dove un gruppo di fenicotteri rosa ha trovato una morte prematura a causa di un impatto devastante contro le rocce. Questo drammatico incidente, avvenuto il 15 marzo, ha visto alcuni escursionisti scoprire sette esemplari privi di vita e due in condizioni critiche. La notizia ha attirato rapidamente l’attenzione di esperti e appassionati di natura, sollevando interrogativi sull’influenza dei cambiamenti climatici e delle condizioni meteorologiche estreme sulle rotte migratorie di questi animali.
La scena dell’incidente
La scena che si è presentata ai primi soccorritori era desolante: i corpi dei fenicotteri, in parte già predati da animali selvatici, giacevano tra le pietre e la vegetazione, segno di un impatto violento e inaspettato. Gli esperti hanno descritto l’incidente come “eccezionale”, considerando che il Monte Catria non è un habitat naturale per questi uccelli, che solitamente preferiscono ambienti costieri e lagunari. È probabile che lo stormo fosse in migrazione verso le zone di nidificazione lungo la costa adriatica, ma è stato colto di sorpresa da forti venti e condizioni meteorologiche avverse.
Le raffiche di vento che hanno colpito la zona hanno raggiunto velocità impressionanti, tra i 120 e i 130 chilometri orari, accompagnate da temporali e sbalzi di temperatura. Questi fattori hanno reso impossibile la navigazione per gli uccelli migratori, i quali, già stanchi dopo un lungo volo, non sono riusciti a trovare riparo e hanno subito un tragico destino. La perdita di sette fenicotteri rappresenta un colpo duro non solo per la biodiversità locale, ma anche per l’immagine di un ecosistema in cui questi uccelli, simbolo di bellezza e resistenza, stanno iniziando a trovare una nuova casa.
Il recupero e il futuro dei fenicotteri
Fortunatamente, due fenicotteri sono stati recuperati in gravi condizioni e trasportati presso il Centro recupero animali selvatici (Cras) di Ca’ Girone, a Urbino. Qui, gli esperti hanno avvolto gli uccelli in coperte termiche per stabilizzare la loro temperatura corporea e avviarne il processo di recupero. Il Cras ha comunicato che i due esemplari stanno lentamente migliorando e, una volta ristabiliti, saranno liberati nelle Saline di Cervia, in provincia di Ravenna, una delle principali aree di nidificazione per questa specie in Italia. Uno dei fenicotteri è stato identificato grazie a un’anellatura effettuata in Francia, con un anello che riporta la scritta “Paris”.
L’impatto dei cambiamenti climatici
L’intervento tempestivo dei forestali di Cagli ha permesso di raccogliere informazioni fondamentali sulla dinamica dell’incidente. I resti degli animali, in parte occultati e in parte già predati, hanno suggerito che la natura ha già iniziato a riprendersi ciò che è stato perduto. I Carabinieri forestali di Cagli, insieme agli operatori del Cras, hanno informato l’Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientale (Ispra) per monitorare eventuali ulteriori esemplari dispersi nella zona. Data la stagione e le condizioni climatiche, c’è preoccupazione che il freddo intenso e i predatori possano mettere a rischio la vita di altri fenicotteri.
Questo evento ha riacceso il dibattito sui cambiamenti climatici e il loro impatto sulle rotte migratorie degli uccelli. Negli ultimi anni, i fenicotteri rosa hanno iniziato a stabilirsi in Italia durante i mesi primaverili ed estivi, tornando dall’Africa. Questo fenomeno è diventato sempre più comune, con colonie che si sono formate in diverse regioni del Paese. Le Saline della Riserva Naturale Margherita di Savoia, nel Sud Italia, rappresentano la colonia più grande d’Europa, ma è possibile avvistare fenicotteri anche in Calabria, Sardegna, Sicilia, Toscana ed Emilia Romagna. Solo quest’anno, la Laguna di Orbetello ha visto la presenza di oltre 6.000 esemplari.
Questo episodio ci ricorda quanto sia fragile l’equilibrio della natura e come anche un piccolo cambiamento nelle condizioni atmosferiche possa avere conseguenze devastanti. La morte dei fenicotteri rosa al Monte Catria rappresenta una perdita significativa non solo per gli uccelli stessi, ma per l’intero ecosistema, che si basa su un delicato equilibrio di specie e habitat. L’osservazione e la ricerca scientifica divengono quindi fondamentali per comprendere e proteggere queste meravigliose creature, affinché eventi simili non si ripetano in futuro.