
Il futuro della corrida in Spagna: 715mila firme spingono il Parlamento a una decisione cruciale
Nel gennaio del 2024, in Spagna, è stata registrata un’Iniziativa legislativa popolare (ILP) che mira a revocare la legge 18/2013, la quale riconosce la corrida come patrimonio culturale. Questo provvedimento ha suscitato un ampio dibattito nel paese, specialmente considerando che sono state raccolte oltre 715.000 firme a sostegno della richiesta di abrogazione. La crescente opposizione alla corrida evidenzia un cambiamento significativo nell’atteggiamento della società spagnola nei confronti di queste tradizioni.
Le immagini di tori uccisi dopo una lenta agonia, caricati su ruspe e mostrati a bambini e spettatori, hanno scatenato un’ondata di indignazione. Molti spagnoli ritengono che la corrida non possa più essere considerata un intrattenimento accettabile. Questo sentimento è condiviso da un numero sempre maggiore di cittadini, come dimostrano le firme raccolte dalla commissione promotrice dell’ILP, “No Es Mi Cultura”.
La presentazione delle firme e il suo significato
La presentazione delle firme all’Ufficio del Censimento Elettorale di Madrid è stata un momento cruciale per il movimento. Le 715.606 firme devono ora essere verificate, e se almeno 500.000 risultano valide, il Congresso dei Deputati sarà obbligato a discutere la proposta entro sei mesi. Marta Esteban, portavoce della commissione promotrice, ha dichiarato: “Dobbiamo costruire una cultura basata sulla vita e non sulla morte e sulla crudeltà. In democrazia, la cultura si sceglie, non si impone”. Questa affermazione mette in evidenza il desiderio di molti cittadini di rivedere i valori culturali della Spagna alla luce di una maggiore consapevolezza dei diritti degli animali.
Un cambiamento di valori nella società spagnola
La questione della corrida non è nuova, ma sta acquisendo una nuova urgenza. Già nel 2018:
- Solo l’8% degli spagnoli aveva assistito a uno spettacolo taurino.
- Meno del 6% aveva preso parte a eventi nelle arene.
Questi dati suggeriscono un distacco dalla tradizione taurina, in parte dovuto a cambiamenti nei valori sociali e a una maggiore sensibilità nei confronti del benessere animale. Gli ultimi sondaggi indicano che oltre la metà della popolazione spagnola è favorevole a limitare o vietare la corrida, un dato che non può essere ignorato dai politici.
La risposta della politica e delle comunità
La legalizzazione della corrida come patrimonio culturale nel 2013 ha suscitato polemiche e divisioni. Mentre alcuni la vedono come un simbolo dell’identità nazionale, altri la considerano una forma di violenza ingrained nella cultura. Il dibattito ha coinvolto anche il mondo della politica, dove diversi partiti hanno preso posizione. Mentre il PSOE, attualmente al governo, è stato storicamente favorevole alla protezione della corrida, le pressioni sociali potrebbero costringerlo a riconsiderare la sua posizione.
In un contesto di crescente attivismo, numerosi eventi e campagne di sensibilizzazione sono stati organizzati da associazioni animaliste e da gruppi di cittadini. Questi eventi hanno contribuito a educare il pubblico sui metodi brutali utilizzati nella corrida e sui diritti degli animali. La campagna “No Es Mi Cultura” ha guadagnato sostenitori non solo in Spagna, ma anche a livello internazionale, dove la corrida è vista come un’anacronistica forma di intrattenimento che non ha posto in una società moderna.
In risposta a queste pressioni, alcune comunità autonome e municipi spagnoli hanno già adottato leggi per limitare o vietare gli spettacoli taurini. Ad esempio, nel 2016, la Catalogna ha bandito la corrida, seguendo il percorso di altre regioni spagnole. Questa evoluzione legislativa dimostra che, nonostante la legge nazionale, vi è un crescente movimento verso la tutela degli animali a livello locale.
Il futuro della corrida in Spagna è ora appeso a un filo, e la decisione del Parlamento potrebbe segnare una svolta epocale. La discussione sulla ILP non rappresenta solo una battaglia legislativa, ma è anche una riflessione sulle identità culturali e sui valori di una società in cambiamento. La strada da percorrere è ancora lunga, ma le firme raccolte e l’attenzione mediatica hanno già portato il tema alla ribalta, invitando a una riflessione approfondita su cosa significhi cultura e tradizione nel XXI secolo.
In attesa di sapere quale sarà la posizione del Parlamento spagnolo, la comunità è invitata a rimanere in ascolto e a partecipare attivamente al dibattito. Con l’auspicio che il rispetto e la dignità per tutti gli esseri viventi possano prevalere, la Spagna si trova di fronte a una scelta cruciale: continuare a sostenere pratiche che molti considerano obsoleti e crudeli, o aprire la porta a una nuova era di consapevolezza e rispetto.