
Artù e Camomilla: i gatti che portano conforto ai pazienti in neurologia a Piacenza
A Piacenza, un innovativo progetto di pet therapy sta trasformando l’esperienza dei pazienti nel reparto di neurologia dell’ospedale. Grazie all’iniziativa dell’Azienda Usl, i gatti Artù e Camomilla sono diventati protagonisti di incontri che non solo migliorano il benessere psicofisico dei degenti, ma favoriscono anche la socializzazione e la creazione di legami affettivi. Questo progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione A.L.I.Ce. Piacenza e La Collina dei Ciuchini, rappresenta un passo significativo nell’integrazione delle terapie tradizionali con approcci più empatici e umani.
L’importanza della pet therapy
La pet therapy, o terapia assistita con animali, si sta affermando sempre di più come un valido supporto in ambito medico. Ricerche scientifiche e casi di studio hanno dimostrato che l’interazione con gli animali può portare a:
- Riduzione dello stress
- Diminuzione dell’ansia
- Alleviamento della depressione
- Promozione di un ambiente di cura più sereno e accogliente
I gatti Artù e Camomilla, scelti per le loro caratteristiche uniche, svolgono un ruolo centrale in questo contesto. Artù, con il suo temperamento calmo e rassicurante, è perfetto per i pazienti che necessitano di un contatto delicato, mentre Camomilla, vivace ed estroversa, è in grado di coinvolgere anche i più timidi, stimolando interazioni gioiose e spensierate.
Attività e benefici per i pazienti
Ogni settimana, gli incontri si svolgono due volte, creando un appuntamento atteso dai pazienti. Durante queste sedute, i degenti hanno l’opportunità di accarezzare e coccolare gli animali, un gesto semplice che porta con sé una valenza terapeutica profonda. Le attività non si limitano alle stanze, ma si estendono anche ai corridoi dell’ospedale, dove i pazienti possono partecipare a giochi interattivi e attività di gruppo. Questi momenti di socializzazione non solo aiutano a ridurre l’ansia, ma migliorano anche le abilità motorie e cognitive, rendendo la riabilitazione più accessibile e piacevole.
Paola Bardasi, direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, ha evidenziato l’importanza di queste attività, sottolineando come esse rappresentino un valore aggiunto nella cura dei pazienti. Non si tratta solo di un supporto clinico, ma di un vero e proprio approccio che tiene conto delle emozioni e delle esigenze psicologiche dei degenti. Paolo Immovilli, direttore del reparto di neurologia, ha confermato che la pet therapy può migliorare significativamente il recupero fisico e sociale, offrendo ai pazienti una motivazione in più per affrontare il loro percorso riabilitativo.
Un approccio innovativo alla cura
L’esperienza degli operatori della Collina dei Ciuchini è fondamentale per il successo di questa iniziativa. Francesca Ronchetti ha sottolineato come la comunicazione non verbale tra pazienti e animali crei un legame profondo, mentre Monica Morelli ha evidenziato l’empatia e la sensibilità dei cani coinvolti nel progetto, come Miura, che riescono a percepire le emozioni dei ricoverati. Questi animali, addestrati e socievoli, sanno come far sentire le persone a loro agio, creando un ambiente di calore e accoglienza.
In aggiunta al progetto di Piacenza, la pet therapy sta guadagnando terreno in altre strutture sanitarie italiane. Ad esempio, presso il Polo riabilitativo di Fiorenzuola d’Arda, sono già attive iniziative simili che confermano l’efficacia dell’interazione con gli animali nel favorire il recupero e il benessere psicofisico dei pazienti. Questi programmi non solo migliorano la qualità della vita dei degenti, ma promuovono anche una cultura di cura e attenzione verso le necessità emotive delle persone, un aspetto spesso trascurato nell’ambito della medicina tradizionale.
La pet therapy rappresenta dunque una risposta innovativa e sensibile alle sfide del trattamento medico contemporaneo. Attraverso la dolcezza e l’affetto degli animali, riesce a instaurare un dialogo unico e profondo con i pazienti, portando un messaggio di speranza e positività. Gli incontri con Artù e Camomilla sono testimoni di come la presenza di un animale possa cambiare in meglio l’esperienza di ricovero, trasformando un momento di vulnerabilità in un’opportunità di connessione e supporto emozionale.
La pet therapy è quindi non solo un metodo alternativo di cura, ma un vero e proprio strumento di umanizzazione delle cure, capace di riportare al centro del processo terapeutico la persona nella sua interezza, corpo e anima. Con la continua crescita di progetti come quello di Piacenza, si delinea un futuro in cui la medicina e l’affetto animale possano andare di pari passo, offrendo ai pazienti una via per riconquistare il sorriso e la serenità.