Il 28 gennaio, il Regno Unito ha fatto un annuncio significativo nella lotta per la conservazione della fauna selvatica: l’estensione del divieto sul commercio di avorio, che ora include anche ippopotami, narvali, orche e capodogli. Questo passo cruciale, comunicato dal Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali (Defra), rappresenta un impegno forte del governo britannico per combattere il bracconaggio e il commercio illegale di specie a rischio.
L’Ivory Act, introdotto nel 2018 e attivo dal 2022, si era inizialmente concentrato sulla protezione degli elefanti, rendendo illegale l’acquisto e la vendita di oggetti in avorio, anche se antichi. Con l’ampliamento della legge, il Regno Unito vieta ora non solo l’importazione e l’esportazione, ma anche il commercio di articoli contenenti avorio di queste quattro specie minacciate, sottolineando così il suo impegno per la protezione della biodiversità.
Il commercio di avorio ha avuto un impatto devastante su molte specie animali. L’avorio, estratto dai denti e dalle zanne di animali come elefanti e ippopotami, è stato utilizzato per la creazione di gioielli, strumenti musicali e ornamenti decorativi. Questa domanda ha portato a una caccia indiscriminata, decimando le popolazioni di elefanti e mettendo a rischio altre specie. Gli ippopotami, ad esempio, sono ora la seconda specie più minacciata dal commercio di avorio, essendo cacciati per i loro grandi denti, che sono particolarmente pregiati.
Le quattro specie recentemente incluse nel divieto sono tutte elencate nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES). Inoltre, sia gli ippopotami che i capodogli sono classificati come “vulnerabili” nella Lista rossa delle specie minacciate dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Queste specie affrontano non solo il rischio di estinzione dovuto al commercio di avorio, ma anche molteplici minacce quali:
Questi fattori aggravano ulteriormente la loro situazione.
L’ampliamento del divieto è stato accolto con entusiasmo dagli ambientalisti e dalle organizzazioni di conservazione. Mary Creagh, ministro internazionale per la Natura, ha descritto questa misura come “un momento importante per tutti gli amanti della fauna selvatica”. Ha sottolineato che l’Ivory Act rappresenta uno dei divieti più severi al mondo e che il governo britannico sta dimostrando una leadership globale nel sancire queste protezioni nella legge per combattere il bracconaggio.
Le conseguenze per chi infrange il divieto sono severe: si rischiano multe illimitate e fino a cinque anni di carcere. Questo rappresenta un forte deterrente per i potenziali trasgressori e un passo avanti nella protezione delle specie minacciate.
L’estensione del divieto sul commercio di avorio non solo proteggerà le specie minacciate, ma contribuirà anche a rafforzare l’applicazione della legge, riducendo il rischio che l’avorio di elefante venga spacciato per avorio di altre specie. Questo è particolarmente rilevante nel contesto del commercio online, che è diventato un canale significativo per l’illecito scambio di avorio. Secondo un’indagine condotta dall’ONG Born Free, il commercio online di avorio ha già mostrato segni di diminuzione dopo l’introduzione dell’Ivory Act nel 2022.
Born Free ha accolto con favore l’estensione del divieto, sottolineando l’importanza di un monitoraggio continuo per valutare l’efficacia di queste misure. La lotta contro il bracconaggio e il commercio illegale di avorio richiede un impegno costante da parte di governi, organizzazioni non governative e cittadini.
L’estensione del divieto sul commercio di avorio rappresenta un esempio di come le politiche di conservazione possano evolversi in risposta alle reali minacce che affrontano le specie selvatiche. Con l’inclusione di ippopotami, narvali, orche e capodogli, il Regno Unito sta inviando un chiaro messaggio sulla necessità di proteggere non solo le specie iconiche come gli elefanti, ma anche quelle che, sebbene meno conosciute, sono ugualmente vulnerabili.
La speranza è che altri paesi seguano l’esempio del Regno Unito, implementando leggi simili per proteggere la fauna selvatica e contribuire a un futuro sostenibile per tutte le specie. La comunità internazionale di conservazione guarda ora al Regno Unito come un modello da seguire nella lotta contro il commercio illegale di fauna selvatica. Con le giuste politiche e un impegno collettivo, è possibile proteggere la biodiversità del nostro pianeta e garantire un futuro per le generazioni a venire.
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