Avete mai sentito parlare del pesce coniglio? Si tratta di un animale marino dalle caratteristiche particolari. E decisamente pericolose
Il mondo marino è un ecosistema complesso e variegato, popolato da creature affascinanti. Tra queste, il pesce coniglio emerge per le sue peculiari caratteristiche.
Nonostante non sia tra gli animali più noti al grande pubblico, merita attenzione per diverse ragioni. Scopriamo insieme quali sono le principali caratteristiche di questo animale marino e perché rappresenta un potenziale pericolo.
Il pesce coniglio, scientificamente noto come Trachinus draco, fa parte della famiglia dei Trachinidae. Questa specie si trova prevalentemente nel Mar Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico orientale e nel Mar Nero. Predilige i fondali sabbiosi o fangosi dove può nascondersi fino a 100 metri di profondità.
La sua forma allungata ricorda quella dell’anguilla, con una lunghezza che varia dai 20 ai 30 centimetri. La testa è grossa, dotata di occhi sporgenti e una bocca ampia; il muso appuntito gli conferisce l’aspetto che ha ispirato il suo nome comune. La colorazione del corpo va dal bruno al grigiastro sul dorso, mentre il ventre è più chiaro, talvolta giallo: una mimetizzazione perfetta contro i predatori.
Un dettaglio non trascurabile è l’assenza della vescica natatoria: questo organo permette normalmente agli animali marini ossei di galleggiare ma nel pesce coniglio non è presente.
Nonostante la sua apparente innocuità, il pesce coniglio nasconde un pericolo significativo: possiede aculei veleniferi sulla pinna dorsale anteriore capaci di infliggere ferite dolorose ed essere causa di gravi conseguenze sulla salute umana se non trattate adeguatamente.
Le spine rilasciano tossine proteiche termolabili che possono provocare neurotossicità, emolitossicità e citotossicità in chi viene accidentalmente punzecchiato da questi aculei durante attività come la balneazione o la subacquea senza precauzioni adeguate.
I sintomi dell’avvelenamento includono dolore intenso localizzato alla ferita irradiato lungo gli arti fino all’ascella nelle punture multiple; arrossamento; gonfiore; nausea; vomito; senso di oppressione toracica; difficoltà respiratoria; tachicardia; ipertensione arteriosa; crampi addominali e mal di testa talvolta accompagnati da vertigini o perdita temporanea della vista, nella forma più grave chiamata sindrome compartimentale locale associata talvolta ad insufficienza renale acuta, soprattutto nei bambini piccoli, secondo uno studio pubblicato su PubMed.gov.
Comprendere le peculiarità del pesce coniglio ed essere consapevoli dei rischi associati alla sua puntura sono passaggi fondamentali per chi frequenta ambienti marini dove questa specie è presente.
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