Avvistato un rarissimo leopardo fragola: una scoperta sorprendente di un animale molto bello, che vi stupirà
I leopardi fragola, una rarità nel regno animale, sembrano essere più diffusi di quanto precedentemente ipotizzato. Una recente scoperta ha infatti portato alla luce la presenza di una femmina di leopardo fragola nella Selous Game Reserve, situata nel sud della Tanzania.
Questo avvistamento rappresenta la prima volta che un esemplare di questa particolare varietà cromatica viene identificato al di fuori del Sud Africa, segnando un importante passo avanti nella comprensione della distribuzione geografica e della genetica di questi affascinanti animali.
La peculiarità dei leopardi fragola risiede nelle loro macchie rosse o marroni anziché nere, una caratteristica che li distingue nettamente dai loro conspecifici dal manto più tradizionale. Inizialmente si riteneva che tale variazione fosse il risultato dell’eritrismo, ovvero un’eccessiva produzione di pigmento rosso.
Tuttavia, studi più recenti condotti da scienziati dell’Università di Oxford hanno suggerito che questa colorazione possa essere invece legata all’albinismo parziale causato da una mutazione nel gene TYRP1. Questa condizione non comporta gli svantaggi tipici dell’albinismo completo grazie alla quale questi animali possono godere di un miglior mimetismo nell’ambiente circostante.
La femmina avvistata nella Selous Game Reserve rappresenta solo lo 0,3% degli individui identificati attraverso uno studio condotto dal 2020 al 2022 su un’area estesa oltre 4600 km2.
Utilizzando 319 stazioni con trappole fotografiche accoppiate nell’ecosistema Nyerere-Selous, i ricercatori sono riusciti a catturare oltre 4.000 immagini di leopardi e a identificarne 373 come individui unici; tra questi spiccava la femmina con colorazione fragola per le sue macchie molto più chiare e l’assenza del tipico nero intorno alla bocca e sulle zampe.
Questa scoperta non solo amplia la nostra conoscenza sulla distribuzione dei leopardi fragola ma solleva anche importanti questioni relative alla conservazione delle specie geneticamente rare o insolite. La conferma che tali varianti possano esistere al di fuori delle aree precedentemente note potrebbe stimolare ulteriori ricerche e sforzi conservativi mirati a proteggere queste preziose diversità genetiche all’interno delle popolazioni selvatiche.
Nonostante l’eccitante scoperta, gli autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori test genetici per confermare definitivamente se la femmina appartenga effettivamente alla categoria dei veri leopardi rossi o se la sua colorazione sia parte d’un gradiente naturale presente nella specie Panthera pardus. Queste future indagini potrebbero fornire dati ancora più dettagliati sulla biologia e sull’evoluzione dei meccanismi genetici responsabili delle variazioni cromatiche nei grandi felini.
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