Tartaruga con guscio 3D: un viaggio verso la guarigione dopo un salvataggio drammatico nel cuore dell’Adriatico
La storia di Cenere, una tartaruga della specie Caretta caretta, inizia con un salvataggio drammatico nelle acque dell’Adriatico, vicino a Cervia. Trovata in condizioni critiche a luglio 2020, presentava una profonda lesione sul carapace che arrivava fino alla cavità toracica e aveva un polmone gravemente compromesso. La situazione era ulteriormente complicata da un’infezione che metteva a rischio la sua sopravvivenza.
Trasportata d’urgenza al Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat (CESTHA) di Marina di Ravenna, Cenere ha ricevuto le prime cure salvavita. Ma è stata l’applicazione di un guscio ricostruito in 3D a segnare una svolta nel suo percorso di recupero. Grazie alla collaborazione con l’Azienda Artificio Digitale di Ravenna, sono stati realizzati sei prototipi del guscio, applicati mediante colla epossidica. Questi modelli sono stati attentamente perfezionati per adattarsi perfettamente alle esigenze della tartaruga e consentire le medicazioni necessarie fino alla completa guarigione della ferita.
Il processo di recupero non si è limitato alla sola cura fisica delle lesioni. A causa del trauma subito, Cenere ha perso parte delle sue capacità motorie nelle pinne posteriori. È stato quindi essenziale avviare anche un programma di riabilitazione fisica che comprendesse esercizi specifici in acqua. L’Acquario di Cattolica ha messo a disposizione una vasca da 80.000 litri appositamente per lei, offrendole lo spazio necessario per migliorare la sua mobilità sotto la supervisione degli esperti del CESTHA.
La vasca offerta dall’Acquario di Cattolica non è stata importante solo per le dimensioni generose ma anche perché ha permesso a Cenere di nuotare in condizioni simili al suo ambiente naturale. “La maggiore pressione dell’acqua aiuta a mantenere l’assetto fisiologico ottimale”, spiega Sara Segati, Responsabile Scientifica del CESTHA. Questo ambiente stimola efficacemente la muscolatura e migliora la coordinazione dei movimenti necessari al nuoto.
Dopo aver affrontato undici interventi chirurgici e superato numerose sfide nel corso del suo lungo periodo di riabilitazione, il futuro sembra ora più luminoso per questa giovane Caretta caretta chiamata affettuosamente “Cenere”. Lo staff medico e i volontari coinvolti nel suo recupero rimangono cautamente ottimisti riguardo alle sue possibilità di reintegrazione nell’habitat naturale.
Grazie agli sforzi combinati dei professionisti sanitari e all’utilizzo innovativo della tecnologia 3D nella medicina veterinaria conservativa, storie come quella di Cenere dimostrano come sia possibile fare significativi passi avanti nella tutela delle specie minacciate.
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