I gatti sono creature affascinanti e complesse, dotate di una vasta gamma di vocalizzazioni che utilizzano per comunicare.
Tra questi suoni distintivi, il “cinguettio” occupa un posto speciale, sia per la sua unicità che per le circostanze in cui viene prodotto. Quando si parla di gatti che cinguettano, ci si riferisce principalmente a due tipi di suoni: il chirping e il chattering.
Il chirping è un suono acuto e breve, molto simile al cinguettio degli uccelli, da cui deriva il nome stesso della vocalizzazione. Il chattering invece è caratterizzato da un suono balbettante o simile a un click prodotto con la mascella tesa e la bocca aperta. Queste vocalizzazioni non solo hanno caratteristiche acustiche distinte, ma vengono spesso emesse insieme o in combinazione con i miagolii.
I gatti domestici tendono a produrre queste particolari vocalizzazioni in specifici contesti, come ad esempio quando osservano una preda potenziale attraverso una finestra, o quando notano insetti volanti all’interno dell’abitazione – ma fuori dalla loro portata diretta. Questo comportamento suggerisce una forte motivazione predatoria alla base della produzione del chirpinge del chattering. Una delle ipotesi più accreditate è che queste vocalizzazioni possano aiutare i gatti ad avvicinarsi quanto più possibile alla preda senza essere rilevati.
Oltre al contesto predatorio, il cinguettio assume anche una funzione comunicativa importante nella relazione tra la madre gatta e i suoi cuccioli. Studi hanno dimostrato che i cuccioli reagiscono diversamente al chirp rispetto ai miagolii tradizionali, quando ascoltati attraverso degli altoparlanti. La questione se i gatti utilizzino queste vocalizzazioni specificamente per comunicare con gli esseri umani rimane aperta. Alcuni proprietari riportano aneddoti curiosi come risposte vocale dei loro felini allo starnuto umano o ad altri suoni prodotti dalle persone; tuttavia, non vi sono ancora evidenze scientifiche concrete che confermino una funzione comunicativa diretta nelle interazioni uomo-gatto basata sul cinguettio.
Interessante notare come non solo i gatti domestici, ma anche altre specie felide selvatiche come i ghepardi producano vocalizzazioni simili al chirp per scopi comunicativi specifici; nel caso dei cuccioli di ghepardo principalmente per segnalare la propria posizione alla madre. Ciò solleva interrogativi intriganti sulla possibile origine evolutiva comune di questa particolare forma di comunicazione vocale tra specie così diverse. Una delle teorie proposte riguarda l’idea che tale vocalizzazione possa servire a ingannare predatori o rivalità naturalmente inclini a reagire ai suoni degli uccelli, piuttosto che a quelli tipici dei mammiferi predatori; offrendo così ai cuccioli maggior protezione dall’essere scoperti ed attaccati.
Inoltre, recentemente è stato scoperto che – nei ghepardi – le caratteristiche acustiche dei chirps variano in base al sesso dell’individuo emittente; suggerendo ulteriormente l’utilizzo di questa vocalizzazione non solo per fini comunicativi legati alla sopravvivenza, ma potenzialmente anche alla riproduzione attraverso la discriminazione sessuale basata sulle differenze sonore. Le indagini bioacustiche insieme alle osservazioni comportamentali continuano a svelarci dettagli sempre più affascinanti sui modelli comunicativi dei nostri amici felini domestici, ed estendendo lo sguardo oltre verso altre specie selvatiche, ci permettono di apprezzarne ancor più profondamente l’incredibile complessità.
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