I koala sono noti per la loro pigrizia, la quale invoglia loro anche a dormire fino a 22 ore di fila. Ma tutto ciò ha un motivo scientifico
Sono dei piccoli marsupiali che vivono nell’Australia orientale e caratterizzati da un tipo di corporatura tarchiata, la quale li rende molto simpatici. Il koala viene definito anche con il nome di orso australiano e ciò che più lo contraddistingue è la sua marcata propensione alla pigrizia. Questi animali riescono a dormire anche fino a 22 ore di fila, ma c’è una motivazione scientifica capace di spiegare perché ciò avviene.
Chi li conosce sa identificarli per bene, grazie al loro pelame denso e lanoso, ai loro orecchi di grandi dimensioni e dal colore dei peli che rivestono tutto il loro corpo, grigio. Si tratta di un animale notturno e arrampicatore, il quale si nutre in maniera esclusiva di alcune foglie e gemme di alcune specie di eucalipto.
Proprio per questo motivo, il koala vive nelle foreste di eucalipto, chiamate anche le foreste di gomma, ed è la specie maggiormente popolare nell’Oceania. Solitamente, il tempo passato a mangiare va dalle 4 alle 6 ore giornaliere e per via del suo metabolismo lento, può impiegare anche diversi giorni per poter digerire.
La pianta di eucalipto non è facilmente digeribile e, per lo più, è tossica per tutte le altre specie viventi. Il koala, però, possiede un apparato digestivo molto particolare, il quale gli consente di poterla digerire senza alcun tipo di problema. La gommosità di questa pianta rende difficile la masticazione, per cui questi animali sono soliti perdere molte energie durante questa azione vitale.
Proprio per questo motivo, il corpo del koala necessità di una quantità di energie tale che può esser recuperata solamente grazie a delle lunghe dormite. Il contenuto calorico delle foglie di eucalipto, comunque, è estremamente esiguo e per questo sembrano esser stanchi durante le giornate. Pur sembrando degli animali estremamente lenti e pigri, sono soliti saper sfuggire dai predatori anche molto velocemente e riescono a correre fino ai 30 km/h.
La loro simpatia non intacca sulle specie più affamate della foresta, come i dingos (cani selvatici australiani) e i pitoni di grandi dimensioni, i quali li cacciano per potersene nutrire. Anche i rapaci sono molto pericolosi per la loro specie, specie per i cuccioli, di cui vanno ghiotti. Chi li minaccia di più, però, è l’essere umano, per via degli incendi che è solito appiccare nella foresta e per i cambiamenti climatici di cui è colpevole, minacciando il loro habitat naturale che rischia di subire gli effetti della siccità e dei terreni aridi.
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