La lotta contro la peste suina africana è una vera e propria corsa contro il tempo: le misure sono drastiche. Com’è la situazione e quali sono le novità.
Sono tre i sub commissari nominati per debellare la peste suina africana. Si lavora senza sosta contro un virus che può risultare in molti casi fatale. I controlli non si arrestano, ma i casi destano grande preoccupazione in diverse regioni italiane.
Le conseguenze sono inevitabili, specialmente alla luce di quanto scoperto di recente. Gli esperti non si sbilanciano, ma le premesse non sono positive, anzi. Sono scesi in campo anche i militari per dare vita all’attività di controllo e di contrasto del virus.
Quali sono le conseguenze della peste suina africana
Utilizzo di droni per controllare una nuova emergenza che ha colpito l’Italia. È proprio per questo il Governo ha deciso di nominare altri tre sub direttori che coadiuveranno il commissario Vincenzo Caputo, direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche. Nominati Mario Chiari (attività coordinamento servizi veterinari Asl ed eradicazione peste suina africana e contenimento cinghiali) e Giovanni Filippini (verifica procedure di abbattimento, distruzione e smaltimento cadaveri dei suini).
Fra le nomine figura anche il colonnello Simone Siena che gestirà l’attività di confronto con le associazioni di categoria delle imprese che si occupano di distribuzione e vendita di carni. L’intenzione è quella di introdurre nel mercato alimentare la carne dei cinghiali abbattuti, non prima di averne verificato la possibilità di poterla consumare, così come tutti gli altri alimenti.
La peste suina africana ha raggiunto la provincia di Parma e si è estesa anche altrove. Si registrano casi nella zona di Asti (Piemonte), così come in Liguria, Lombardia e anche in Emilia Romagna. L’eradicazione della malattia è stata indicata come “obiettivo non raggiungibile nell’immediato, e probabilmente nemmeno a medio-lungo termine“, ribadiscono i componenti del Gruppo operativo degli esperti del Ministero della Salute. Questo è quanto emerge dal verbale della riunione tenuta lo scorso mese di febbraio.
Una situazione in continuo divenire che fa crescere la paura anche fra gli allevatori (così come fra cittadine e cittadini ndr). I casi di peste suina africana ci sono e per questo il Ministero della Salute ha fatto il punto in un’apposita riunione.