Dagli esperti arriva un allarme sconvolgente: sono quasi 2 milioni le specie a rischio estinzione. Ecco le nuove ricerche.
I cambiamenti climatici, le nuove tecniche di agricoltura, lo sfruttamento delle risorse, l’inquinamento e lo sviluppo residenziale e commerciale sono solo alcune delle cause che stanno comportando il rischio estinzione per numerose specie.
Si tratta in particolare di insetti, senza i quali il nostro Pianeta non potrebbe sopravvivere. E questo dovrebbe far capire quanto è allarmante questa notizia, dato che i numeri vanno ben oltre le stime precedenti fatte dalle Nazioni Unite.
Quali sono le specie a rischio di estinzione: i nuovi studi
Nel 2019 l’ONU diede una stima provvisoria delle specie di insetti a rischio di estinzione: si parlava del 10%. Dopo numerosi studi sugli insetti, si è visto che la percentuale a rischio estinzione è molto maggiore.
Questo è dovuto anche al fatto che ci sono tantissime specie di insetti, e dunque il numero globale di specie a rischio raddoppia. Secondo il ricercatore capo del Musée National d’Histoire Naturelle di Lussemburgo, Axel Hochkirch, questo problema dovrebbe essere affrontato. Infatti sono proprio gli insetti che tengono in vita il nostro Pianeta dato che forniscono servizi eco sistemici vitali: l’impollinazione delle colture, il riciclaggio dei nutrienti nel suolo e la decomposizione dei rifiuti.
Il team di esperti ha esaminato tutte le specie europee presenti nella lista rossa delle specie minacciate dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, scoprendo che un quinto delle specie europee erano a rischio di estinzione, con il 24% di invertebrati, il 27% di tutte le piante e il 18% dei vertebrati. In pratica su 14.669 valutazioni della lista rossa continentale delle specie animali e vegetali europee, si è visto che sono 2 milioni le specie vegetali e animali a rischio di estinzione.
I rappresentanti delle Nazioni Unite non hanno voluto commentare lo studio ma Anne Larigauderie, segretaria esecutiva di Ipbes (UN’s Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services – Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici) ha affermato che, a prescindere dalla cifra, il problema principale è la perdita di biodiversità. E questo è dovuto principalmente all’attività umana con l’espansione dell’agricoltura con conseguente perdita di habitat naturali, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l’inquinamento e lo sviluppo residenziale e commerciale.
Gli scienziati sostengono ci sia ancora qualcosa da fare, nonostante la situazione abbastanza catastrofica. Ad esempio, mettere in atto delle azioni di conservazione come si è fatto in Europa con i grandi predatori (lupi, linci, orsi e aquile dalla coda bianca), di cui si è visto un importante aumento.