I cani sono perfettamente in grado di percepire il passare del tempo. È stato uno studio a svelare la verità.
A volte, si ha l’impressione che il proprio cane sia in grado di calcolare il passare del tempo. In precedenza, si credeva che questi animali non fossero dotati di tale cognizione. In realtà, negli ultimi anni, alcuni studi hanno svelato una verità totalmente diversa.
Particolarmente importante è stata l’attività svolta dalla Northwestern University. In questo caso, gli esperti del settore hanno utilizzato dei topi e una realtà virtuale. I dati raccolti possono essere messi in correlazione anche con altre specie. Finalmente, dopo tante teorie contrastanti, gli scienziati sono stati in grado di trovare la risposta definitiva.
Il cane è consapevole del passare del tempo: lo studio rivoluzionario che ha cambiato tutto
I cani sono perfettamente consapevoli di ciò che sta accadendo attorno a loro. Si rendono conto non solo dello spazio, ma anche del tempo. In passato, si era certi che non fossero dotati di una simile percezione. Si credeva non riuscissero a individuare lo scorrere dei minuti o delle ore. Grazie a uno studio sui topo, però, è emersa una verità diversa. In effetti, basta osservare i comportamenti del proprio amico a quattro zampe per notare una certa attenzione nei confronti della routine quotidiana e delle varie tempistiche.
In uno studio condotto dalla Northwestern University, è stata realizzata una realtà virtuale per capire se i topi fossero in grado di percepire il tempo. Gli scienziati hanno posizionato un topo su un tapis roulant in modo da permettere all’animale di correre in un corridoio (virtuale) fino a una porta chiusa. Essa impiegava sei secondi per aprirsi. Nelle sessioni successive, la porta era invisibile, ma riconoscibile al tatto. Nonostante questo, il topo si fermava lo stesso, aspettando i canonici sei secondi.
Dallo studio, è stata notata l’attivazione di particolari cellule chiamate temporali. Sono proprio loro che consentono di percepire lo scorrere del tempo. Esse, prima dell’attesa dei sei secondi, erano spente. Reagivano solo successivamente, prendendo il posto di quelle legate alla codifica dello spazio.
Si tratta di una scoperta davvero importante che, se associata ad altri studi, può davvero contribuire a condurre nuovi approfondimenti sul cervello degli animali e del cane. Essa mette in secondo piano tutte le deduzioni fatte in passato. Prima si credeva che, per un cane, non ci fosse differenza tra un minuto o un’ora, ma ora non è più così.