L’orca Lolita è morta poco prima di essere trasferita in un santuario. Scoppia le polemiche della sua triste vicenda
Aveva solo 4 anni Lolita quando nuotava libera nell’Oceano Atlantico davanti a Washington. Sguazzava nell’acqua, catturava pesci, nuotava. Faceva la sua vita, ignara che quella vita sarebbe stata stravolta. E quella libertà tolta per sempre. Fu infatti catturata e messa in un acquario a Miami.
Era il 1970. C’era ancora la guerra del Vietnam, Nixon era il presidente degli Stati Uniti, si era appena stati sulla Luna. Un altro mondo. E dopo 50 anni il mondo è cambiato, ma la vita dell’orca, rinominata, Lolita no.
Lolita per ben 50 anni si è esibita all’acquario. Facendo quello che le veniva richiesto. Protagonista dello show più atteso di tutto il Seaquarium: era lei la grande attrazione. E su quelle seggiole Lolita ha visto il pubblico cambiare: dai capelloni anni’70, a quelli tutti colorati degli anni ’80, di patiti del gel degli anni ’90 alla platea di smartphone a riprendere le sue imprese. Lei sempre lì, fino a che ha detto basta e si è lasciata morire.
L’orca Lolita: morta all’acquario nonostante le proteste
Il posto di un’orca, come di qualsiasi altro animale, non è rinchiuso in una piscina o in una gabbia. Non sono spettacoli per noi, a nostro uso e consumo. Sono degli esseri senzienti che devono essere rispettati. E se li vogliamo vedere dobbiamo essere noi ad andare nel loro ambiente. E non costringere loro nel nostro. Ma questo concetto di rispetto ed empatia, purtroppo è ancora molto lontano dall’attecchire nelle coscienze.
Così Lolita è stata lo spettacolo pagante per 50 anni di migliaia di persone. Ogni giorno riempivano le gradinate, applaudivano e andavano via. Loro. Lolita no. Lei restava nella sua vasca di cemento. Addirittura gli ultimi 43 anni – non un giorno, 43 anni – li ha passati in una vasca da sola. Nemmeno un suo simile con cui condividere quella che è a tutti gli effetti una detenzione.
Le associazioni animaliste hanno protestato per anni, hanno invocato il mare libero per lei. Hanno cercato di sensibilizzare i responsabili dell’acquario sulla vita di Lolita, cercando di convincerli a darle la libertà. E’ stata fondata un’associazione a suo nome ‘Friends of Lolita’. Niente da fare. Solo adesso dopo aspre battaglie i responsabili dell’acquario avevano acconsentito al trasferimento in un santuario oceanico. Troppo tardi.
Lolita non ce l’ha fatta. Le hanno fornito le migliori cure, fanno sapere dall’acquario, ma un problema ai reni l’ha portata via. Così dicono, ma a farla morire è stato la solitudine di una vasca di cemento. Non solo. Alcuni rapporti federali rivelano che Lolita era maltratta. Non aveva ombra sufficiente, le avevano ridotto il cibo e la sottoponevano a esibizioni in cui si feriva.
La storia dell’orca Lolita: c’era sua madre ad aspettarla nell’Oceano
Quel giorno del 1970 quando Lolita venne catturata fu drammatico. Non solo perché venne prelevata e strappata dalla sua vita, ma anche per le modalità violente con cui questo avvenne. Lolita con il suo branco stava nuotando nella baia tra Seattle e Vancouver quando fu presa. Per farlo ben 5 esemplari furono uccisi.
Lolita venne presa e trasferita al parco Seaquarium di Biscaybe Bay a Miami. Qui venne messa in vasca per 10 anni con un esemplare maschio, Hugo, sperando in un accoppiamento che non avvenne. Non solo. Hugo incominciò a dare segni di grave insofferenza alla prigionia. Cominciò a sbattere violentemente la testa contro le pareti in cemento della vasca. Morì per un aneurisma cerebrale.
Sorsero le prime associazioni in difesa di Lolita. Manifestazioni, denunce con tanto di rapporti federali che rivelavano le reali condizioni in cui viveva l’orca. Si arrivò perfino alla decisione del Dipartimento dell’Agricoltura che vietò le esibizioni di Lolita. Fu il primo passo verso il Santuario. Era in programma un periodo in cui Lolita doveva essere riabituata alla vita autosufficiente, sebbene nella tranquillità del Santuario.
Le acque profonde dell’Oceano la aspettavano, così come le correnti e i pesci. E perfino quella che si crede fosse sua madre. Lolita non ha fatto in tempo ad arrivarci, ad avere nemmeno un minuto di libertà. Ora gli occhi di tutti sono puntati sui delfini dell’acquario.
Quelli che nuotavano con Lolita, quelli a cui danno poco da mangiare per farli rendere meglio, quelli che sognano la libertà rinchiusi in una vasca di cemento. Non si può aspettare ancora. Prima di Lolita aveva fatto discutere anche la morte dell’orca Kiska.