Si dice che i gatti abbiano sette vite, ed è proprio questo il caso di dirlo. Questo gatto, infatti, è arrivato al centro di cura senza gli occhi.
Persone e gatti convivono l’uno accanto all’altro da 8.000 anni e in quel periodo sono sorti molti miti sui nostri amici felini. Un detto comune che sentiamo spesso è che i gatti abbiano nove vite.
Un gatto è uno degli animali domestici più agili, arguti e indipendenti là fuori. In particolare, possono resistere a cadute che ucciderebbero facilmente un essere umano, il che forse spiega da dove viene l’idea che un gatto abbia più vite.
I felini non si arrendono mai: la tradizione
Il mito secondo cui i gatti abbiano più vite non è tipicamente italiano, ma è conosciuto in tutto il mondo. Tuttavia, non sono sempre sette le vite che vengono attribuite agli amici felini: il numero varia da cultura a cultura. Ad esempio, in alcune zone dei paesi anglosassoni si ritiene che i gatti abbiano nove vite.
Nove è stato tradizionalmente considerato un numero magico che potrebbe anche aiutare a spiegare perché i gatti siano associati a nove vite. Nell’antica Grecia, il numero nove si riferiva alla trinità di tutte le trinità e un numero soprannaturale che invocava tradizione e religione. I gatti sono stati sia adorati che temuti nel corso dei secoli e sono stati spesso visti come creature magiche.
E questo probabilmente è proprio il caso di Flow, questo simpatico gattino che è arrivato al centro McKamey Animal Center di Chattanooga, nel Tennessee, negli Stati Uniti, a luglio di questo anno. Aveva solo un anno e non aveva gli occhi.
Gatto senza occhi: il felice epilogo
Flow è stato urgentemente operato agli occhi e, dopo due giorni, era già in piedi, più arzillo che mai. Il piccolo gatto è immediatamente entrato nei cuori dei volontari del centro e, pur non avendo più gli occhi e sbattendo contro i muri di tanto in tanto, riusciva a salire sulle gambe delle persone per farsi coccolare.
Rannicchiato e tranquillo, il cucciolo è diventato in breve tempo la star del centro. In poco, però, grazie ai social network e alle foto condivise, Flow ha trovato la famiglia che l’ha accolto, donandogli l’amore di cui ha bisogno.
Lauren Mann, direttrice dell’avanzamento presso il centro, ha detto che ogni animale che entra in un rifugio ha la sua storia unica, alcuni più tristi di altri. Ma hanno lo stesso, se non più, amore da dare di qualsiasi altro animale là fuori.