Salvano ogni estate tantissime persone: il lavoro dei cani bagnino è fondamentale. Ecco quante persone hanno salvato solo in questi mesi del 2023
Nell’immaginario collettivo il bagnino è l’uomo romagnolo seduto sul pattino che guarda il mare e le belle ragazze; oppure sono Pamela Anderson e David Hasselhoff che corrono lungo la spiaggia di Los Angeles in Baywatch. Ma spesso – e per fortuna – i bagnini sono molto pelosi, hanno quattro zampe e abbaiano. Ovvero sono i cani bagnino.
Una risorsa indispensabile che ogni anno strappa dalla morte decine di bagnanti. Solo quest’anno il lavoro dei cani bagnino è stato fondamentale. Molte persone devono a questi cagnoloni che si accontentano di un carezza e di un biscotto la loro vita.
Sono diverse le spiagge italiane sorvegliate da questi speciali bagnini. E ovviamente accanto a loro ci sono i ‘conduttori’ ovvero gli umani, coloro che hanno formato sin da piccoli questi eroi dell’acqua. Chi ha formato un cane di servizio vive con lui, ma definirlo ‘padrone’ è fuori luogo, sono un duo di lavoro e di amicizia indissolubile. Ma cosa fa un cane bagnino? Quanti salvataggi ha effettuato? Ecco i numeri eccezionali di questi angeli delle spiagge.
I salvataggi dei cani bagnino nell’estate 2023
Frequentano la scuola di salvataggio e una volta diplomati indossano il giubbetto di salvataggio e si mettono e controllare il mare. Sono i cani bagnino per lo più di razza labrador, terranova e golden retriver. Razze che amano l’acqua e sono particolarmente inclini a questo tipo di lavoro. Oltre che hanno dimensioni tali da poter sostenere il peso di una persona che sta annegando e riuscire a trasportarla a riva.
La Sics, è la Scuola Italiana cani da Salvataggio, e conta oltre 350 iscritti quadrupedi e altrettanti bipedi, ovvero i conduttori. Coppie indissolubili che si intendono con una sguardo. Un esercito di salvatori come racconta Roberto Gasparri, responsabile Sics meridione a Notizie.com. “Il salvataggio di una persona è impresa importante. Se dovessimo tracciare un bilancio fino a questo punto della stagione, potremmo parlare di almeno 10 casi tra i più eclatanti”. Persone che stavano affogando strappate alla morte dai cani. Si contano 6 casi nel Lazio, 2 in Toscana e altri 2 in Calabria.
Ma i cani non si limitano a questo, agiscono anche prima che la tragedia incorra. Ovvero la “quotidiana attività di prevenzione e soccorso che svolgono i nostri cani – spiega ancora Gasparri- i bambini che si allontanano col canotto in un momento di distrazione dei genitori, crampi in acqua, malori improvvisi. Il numero degli interventi è enorme. Le nostre unità cinofile presidiano soprattutto le spiagge libere, quelle dove spesso non ci sono bagnini. Siamo un punto di riferimento”.
Perla, un anziano ma ancora efficientissimo Labrador, a Ladispoli ha aiutato a tornare a riva due uomini in difficoltà per via delle forti correnti e del mare agitato. Oppure Mira e Philip: a Montalto di Castro vicino Tarquinia hanno salvato una ragazza che si era spinta a 100 metri dalla riva. Era esausta e non riusciva a rientrare.
La formazione dei cani bagnino dura anche due anni. Si lavora prima a terra, poi in mare. Si creano possibili situazioni e si insegna al cane quale è la soluzione migliore: fare da boa, rientrare. Poi impara da solo a capire cosa è meglio fare, a volte è totalmente istintivo. In questo tempo di formazione si lavora anche sulla relazione con il conduttore. “I due devono essere sincroni nei movimenti, devono essere affini, si devono capire. In mare la comunicazione è azzerata – spiega Gaparri – Spesso si tratta di anticipare l’uno il gesto dell’altro”.
E sempre più le istituzioni, dalla Guardia Costiera ai Comuni, vogliono i cani bagnino a presidiare le spiagge. Una presenza rassicurante. Altro che Baywatch.
