Per quanto raro come evento, è bene sapere quali comportamenti adottare e quali evitare nel caso si venga morsi da una vipera.
L’eventualità di ricevere un morso da una vipera è sempre stata uno degli ‘spauracchi’ più grandi per tutti. Ciò è dovuto in parte alla diffusissima paura atavica nei confronti dei serpenti, ma in realtà molto proviene da credenze sbagliate e da una non corretta conoscenza del protocollo da adottare nel caso si verifichi la sfortunata evenienza.
Innanzitutto, appare abbastanza ovvio che il morso di vipera può riguardare molto più facilmente ambienti come la campagna o le aree montane. L’intervento del personale di soccorso è indispensabile, ma è importante che tutti in generale sappiano come comportarsi per affrontare l’emergenza.
Morso di vipera, tra verità e leggende metropolitane: prevenzione, reali pericoli e come gestire la situazione
A differenza degli altri serpenti che si trovano sul territorio italiano, solo le vipere possono avvelenare la preda. Ne esistono di vari tipi sparse tra Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria e Abruzzo, ma la vipera aspis è la più comune.
Si distingue per avere una testa triangolare piatta ricoperta di placchette dalla forma irregolare, per le pupille verticali, per essere lunga meno di un metro e per la punta finale della coda di colore arancione.
In natura la vipera non è aggressiva e il morso è solo la sua arma di difesa. Un’arma che diventa tossica ed in alcuni casi letale a causa dei polipeptidi. Questi possono colpire vari sistemi (neurologico, cardiaco, ematico, ecc.) in base ai recettori a cui si legano. Sebbene in Italia, un evento del genere non conduca di solito alla morte a meno che la persona colpita non sia un bambino o un anziano con patologie croniche, in generale i rischi di danni di una certa importanza esistono.
Se l’azione del veleno colpisce il sangue, si possono verificare coagulopatie mentre se è il sistema neurologico ad essere attaccato, ci possono essere convulsioni, edema cerebrale, paralisi spastica, perdita di coscienza. Un altro rischio fra i più alti è quello di shock anafilattico.
Per tutte queste ragioni, è di primaria importanza seguire le regole basilari in attesa dei soccorsi:
- Non sono i vasi sanguigni a trasportare il veleno di vipera bensì il sistema linfatico e perciò è estremamente sbagliato incidere la pelle perché i capillari potrebbero aprire un varco al veleno
- Per ridurre il più possibile la circolazione linfatica, è opportuno realizzare un bendaggio: far partire la fasciatura dal punto del morso e continuare verso l’estremità dell’arto per poi risalire fino alla base di questo
- Non usare il laccio emostatico per non favorire l’assorbimento del veleno attraverso le vie linfatiche
- Il paziente deve restare immobile per evitare che il veleno vada in circolazione
- Vietato dare al paziente il siero antivipera: essendo altamente rischiosa, è un’operazione che può fare solo il personale sanitario
- Non succhiare il veleno.