Gli ippopotami, che pesano fino a 3 tonnellate, si sono diffusi ben oltre il ranch Hacienda Napoles, situato a 200 chilometri da Bogotà.
Lungo il fiume Magdalena, nell’area della provincia di Antioquia, le autorità ambientali della Colombia stimano che ci siano circa 130 ippopotami e che la loro popolazione potrebbe raggiungere i 400 esemplari nei prossimi otto anni. Gli animali sono stati importati illegalmente dal signore della droga Pablo Escobar negli anni ’80.
Da quando il suo ranch è stato abbandonato dopo la sua morte nel 1993, gli ippopotami si sono riprodotti nei fiumi locali e hanno iniziato a presentarsi a Puerto Triunfo, una decina di anni fa.
Gli ippopotami di Pablo Escobar: una specie invasiva
L’Hacienda Napoles di Escobar – e gli ippopotami – sono diventati una sorta di attrazione turistica locale negli anni, da quando il boss è stato ucciso dalla polizia nel 1993. Quando il suo ranch è stato abbandonato, gli ippopotami sono sopravvissuti e si sono riprodotti nei fiumi locali e in condizioni climatiche favorevoli.
Gli scienziati avvertono che gli ippopotami non hanno un predatore naturale in Colombia. Essi rappresenterebbero un potenziale problema per la biodiversità. Infatti, le loro feci modificano la composizione dei fiumi e potrebbero avere un impatto sull’habitat di lamantini e capibara. L’anno scorso, il governo colombiano li ha dichiarati una specie invasiva.
Il piano
La Colombia non sarebbe più in grado di ospitare gli ippopotami e già da più di un anno pensa a come portare in India e in Messico gli ippopotami. La decisione finale sembra essere quella di trasferire almeno 70 esemplari. Oggi, gli animali vivono ancora vicino all’ex ranch di Pablo Escobar. Si tratta dei discendenti di quattro ippopotami importati illegalmente dall’Africa dal defunto signore della droga negli anni ’80.
Gli animali sarebbero attirati con il cibo in grandi contenitori di ferro e trasferiti in camion all’aeroporto internazionale della città di Rionegro, a 150 chilometri di distanza. Poi, verrebbero trasportati in India e in Messico, dove esistono santuari e zoo dediti alla cura degli animali.
L’idea è di inviare 60 esemplari al Greens Zoological Rescue & Rehabilitation Kingdom nel Gujarat, in India, e altri 10 andrebbero in zoo e santuari in Messico come l’Ostok, situato a Sinaloa.
I trasferimenti aiuterebbero a controllare la popolazione di ippopotami. Sebbene l’habitat nativo degli animali sia l’Africa, è meglio questa soluzione rispetto alla proposta alternativa di sterminarli.
Anche l’Ecuador, le Filippine e il Botswana hanno espresso la volontà di trasferire gli ippopotami colombiani nei loro paesi.