In Florida il pitone è diventato una specie in sovrannumero. Per questo motivo una casa di moda di lusso ha proposto la creazione di borse fatte proprio con la pelle dei serpenti catturati. Un’idea che però infiamma gli animi degli animalisti.
Attaccano la fauna locale e mettono in pericolo diverse specie, queste le motivazioni addotte per contrastare la presenza del pitone in Florida. A tal proposito una nota azienda di accessori di lusso ha offerto il suo contributo per eradicare i serpenti, proponendo la creazione di costosissime borse realizzate con la pelle di serpente. Quindi, se in altri paesi del mondo gli allevamenti di pelli e pellicce sono vietate, qui arriva una proposta che sembra fare circa 100 passi indietro.
Specie invasive
In Florida il pitone birmano è diventato un problema per la sopravvivenza di diversi animali con danni per gli ecosistemi e le specie autoctone. Solo nelle foreste tropicali delle Everglades, riserva naturale protetta, si conta la presenza di oltre 150mila esemplari di questi potenti serpenti predatori. Rettili trasformatisi in principali nemici per conigli di palude, ratti e cervi dalla coda bianca. Ma, ovviamente c’è sempre un ma quando si parla di specie invasive. Il pitone è stato importato, infatti, dall’uomo dal Sud-Est asiatico a partire dagli Anni ’80.
Negli anni questa specie si è riprodotta in maniera incontrollata e da oltre 20 anni le autorità della Florida stanno cercando di mettere in pratica una strategia per proteggere la fauna locale. Tra i diversi metodi messi in atto, l’applicazione di localizzatori elettronici sugli esemplari maschi, durante il periodo di accoppiamento. In questo modo è possibile individuare le femmine e ucciderle nella fase della riproduzione. Ma sono stati addestrati anche cani per stanare il pitone nel suo giaciglio. In più, la Florida Fish and Wildlife Commission (FWC) organizza una sfida annuale della durata di 10 giorni, che si conclude con un premio di 10mila dollari per il cacciatore che riesce a catturare il maggior numero di pitoni.
Le borse di pitone
Tentativi che fino a questo momento non hanno portato, però, al risultato sperato. Così un’azienda, che vanta la mission sostenibile, ha iniziato a cacciare i pitoni per realizzare le borse. E contro chi storce il naso rispetto a questa proposta, l’azienda risponde di agire sempre nel benessere dell’ambiente e della responsabilità. Ma seppur giustificata come una ‘giusta causa’, resta difficile comprendere come possa essere accettata una strategia di questo tipo in un mondo che ormai sostiene le cause animaliste in maniere forte e concreta.
Il problema delle specie invasive non è sicuramente da sottovalutare, in diversi contesti infatti abbiamo sottolineato i loro effetti sulla biodiversità locale. Ma investire 800 euro in una borsa realizzata con la pelle di un animale, per chi ha a cuore il loro benessere, forse oggi potrebbe risultare piuttosto ‘macabro’. Benché sia giusto proteggere la fauna locale e conservare un ambiente che rischia di essere devastato, la ‘caccia alle streghe‘, che ormai oggi tocca tutti i predatori, sembra piuttosto obsoleta nel 2023. Eppure… Senza prenderci il diritto di portare sul banco degli imputati nessuno, ci chiediamo solo quando questa soluzione sia davvero responsabile e sostenibile.