Secondo nuove indagini scientifiche alcuni anfibi potrebbero svolgere un compito fino ad ora prerogativa degli insetti e di alcuni uccelli: impollinare. Sarebbe stata scoperta, con molta probabilità, una rana impollinatrice.
Le api prima di tutto, ma poi diversi altri insetti e uccelli, sono considerati senza dubbio gli impollinatori per eccellenza. Eppure, secondo una nuova indagine scientifica, una rana che vive in Brasile potrebbe svolgere lo stesso identico compito, ovvero quello di impollinare. Un piccolo anfibio, forse il primo al mondo, che saltando da un fiore all’altro potrebbe essere in grado di trasportare il polline da una pianta ad un’altra, difatti inseminandola.
La rana che ama il nettare
L’anfibio in questione è conosciuto con il nome scientifico di Xenohyla Truncata, piccolo e dal colore arancione. Tra le sue peculiarità quella di essere particolarmente ghiotta di nettare della pianta di melastella. Sarebbe una ricerca pubblicata su Food Webs ad aver avanzato l’ipotesi sul fatto che ci potremmo trovare difronte, per la prima volta, ad un anfibio impollinatore. Un’ipotesi, che se confermata, andrebbe ad allargare il panorama degli impollinatori a cui appartengono al momento diversi insetti e alcuni uccelli. Del resto, solo negli ultimi anni sono stati scoperti nuovi impollinatori. Dunque si tratterebbe solo di ingrandire il cerchio.
L’ipotesi sulla rana impollinatrice è nata quando nel 2020 un gruppo di ricercatori, in visita in una zona vicina alla cittadina di Armação dos Búzios, 180 km a est di Rio de Janeiro, ha osservato il comportamento di una rana della suddetta specie Xenohyla truncata. Nel dettaglio, l’anfibio, dopo aver succhiato il nettare di un melastella (Chrysophyllum cainito), si ricopriva la schiena di polline. Di conseguenza, gli studiosi hanno ipotizzato che la rana potesse trasportare il polline da un fiore all’altro, agevolando la riproduzione delle piante.
Ipotesi e certezze
Tuttavia è opportuno specificare che, al momento, non si può parlare di una certezza. A tal proposito, per esempio, altri ricercatori non coinvolti nello studio sopracitato hanno voluto sottolineare che per confermare questa teoria è necessario fare ulteriori ricerche. Dunque, è innanzitutto importante monitorare per lunghi periodi sia il comportamento della rana che dei fiori. Tra gli esperimenti potrebbe risultare necessario anche impedire, per un certo periodo, che gli anfibi si avvicinino alle piante di melastella. Questo per capire se l’allontanamento delle rane possa portare una qualche modifica alla riproduzione e crescita della pianta.
Altri studiosi ancora si pongono un’ulteriore domanda, chiedendosi se le secrezioni presenti sulla schiena della rana Truncata possano addirittura danneggiare il polline o impedirne il deposito su altri fiori. I ricercatori che hanno condotto lo studio infine hanno tenuto a precisare che, se la loro ipotesi venisse confermata, l’esigenza di preservare questa specie risulterebbe ancora più prioritaria. Queste rane, infatti, condividono la sorte di molti impollinatori già conosciuti. Si tratta di una specie a rischio sopravvivenza per via della perdita degli habitat e della poca considerazione, in generale, di cui godono. Come riporta Focus, Carlos Herique de-Oliveira-Nogueira, coordinatore dello studio: “Questa specie minacciata è forse l’unico anfibio impollinatore al mondo. Se si estinguesse, perderemmo un’interazione ecologica unica tra piante e anfibi“.