Gli animali comunicano attraverso il linguaggio del corpo e attraverso i loro versi. Per questo per un proprietario è fondamentale sapere cosa il proprio pet voglia ‘dire’ con il suo comportamento. E se la scienza ha fatto passi avanti, anche grazie alla più moderna intelligenza artificiale, resta il fatto che ogni umano dovrebbe poter interpretare il linguaggio animale.
Un cane che da la zampa dimostra un dato segnale, il miagolio di un gatto ha diversi significati e anche il comportamento di una pecora può essere decifrato in maniera precisa. La comunicazione non verbale è quella di cui si servono gli animali. Poterla interpretare migliora i rapporti con loro. Gli scienziati, attraverso nuovi e sempre più sofisticati studi, stanno cercando di capire cosa ‘dicono’ gli animali; ma anche un proprietario può farlo.
Quando un cane sbadiglia, per esempio, non vuol dire solo che ha sonno ma potrebbe nascondere un malessere o un messaggio più preciso da decifrare. Un quattro zampe ha diversi modi per comunicare: inclinando la testa, porgendo la zampa o persino leccandosi il naso. Sono queste le sue ‘parole‘ e, anche attraverso studi scientifici, ogni proprietario può imparare a conoscere ogni messaggio. Sono tanti gli scienziati che si dedicano al linguaggio degli animali e questi studi interessano un’area più ampia rispetto ai pet domestici. Infatti, molto studi interessano i maiali, o le capre, le balene, i delfini e persino i pipistrelli.
Come spiega anche un articolo su Focus, un team dell’Università degli Studi di Milano ha sviluppato, ad esempio, un modo per interpretare i messaggi delle capre. I ricercatori, in tal senso, spiegano che i belati delle capre si associano a determinate situazioni. Queste possono essere l’attesa del cibo, ma anche dalla separazione o ricongiungimento con il proprio capretto. Questo quanto spiegato nel dettaglio da Monica Battini, del Dipartimento di Scienze agrarie ed ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Sempre lo stesso team di ricerca ha effettuato anche un altro studio sui gatti.
In questo secondo caso ad essere studiati sono stati i miagolii. Ogni “miao” sembra avere un significato ben preciso. Spesso si associa alla richiesta di cibo (ed è vero), ma esistono anche diverse modulazioni che appartengono ad altri significati definiti. Dai suoni registrati da alcuni microfoni applicati sui collari è emerso che il particolare miagolio può fare riferimento a: cibo, solitudine e spazzolatura. A chiarire questo ulteriore aspetto è Stavros Ntalampiras, del Laboratorio di informatica musicale dell’Università degli Studi di Milano.
Come riporta Focus, il ricercatore avrebbe spiegato:”Abbiamo allenato l’intelligenza artificiale fornendole suoni etichettati nelle tre categorie, poi l’abbiamo messa alla prova nel riconoscimento di nuovi suoni appartenenti ai tre tipi: li identificava correttamente al 90%“.Oggi infatti, come ha spiegato anche un recente studio sulle formiche, per capire gli animali possiamo avvalerci di uno strumento in più: l’intelligenze artificiale. Non è da escludere, dunque, che in futuro con tecniche sempre più precise e sofisticate si possa arrivare a decifrare le parole degli animali. E perché no, parlare con i nostri cani, gatti e non solo.
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