L’evento che riguarda l’orsa JJ4 ha reso nota una definizione particolare, ovvero quella di “orsi problematici“. Per capire cosa si intende con questi termini, però, è necessario comprendere alcune caratteristiche, o parametri, di riferimento.
Dopo il caso di cronaca che ha visto, purtroppo, la morte del giovane runner Andrea Papi, sugli orsi è nato un vero eco mediatico. A chi continua a sostenere la tutela degli animali si oppongono coloro che ritengono che gli orsi, per definizione, “problematici” debbano essere catturati e nella peggiore delle ipotesi abbattuti. La cattura dell’orsa JJ4, protagonista dell’aggressione al runner a Caldes in Val di Sole, ha lasciato aperto un dibattito molto acceso. E adesso, considerata anche l’incertezza sulla sorte dell’orsa e di altri esemplari ‘problematici’ in Trentino, è il caso di fare chiarezza su questo termine, ormai, di uso comune.
Orsi problematici e comportamenti pericolosi
Per spiegare con precisione la definizione “orsi problematici“, facciamo riferimento ad una tabella dell’Ispra che ha indicato i gradi di pericolosità dell’orso. Questa è inserita all’interno del PACOBACE, il Piano d’Azione Interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro – Orientali. Un orso è definito ‘problematico’ quando presenta, nel tempo, comportamenti che potrebbero essere potenzialmente pericolosi. Nella tabella, che indica i gradi di pericolosità, si trovano anche indicazioni sulle possibili azioni da compiere relativamente al grado di pericolosità di ciascun orso. Per definire un orso ‘problematico’ è importante conoscere la storia del soggetto e valutare ogni caso a sé stante.
Sono 18 i comportamenti segnati e partono da una pericolosità nulla (1) ad una pericolosità massima (18). I comportamenti sono: 1) orso scappa immediatamente dopo un incontro. 2) orso si alza sulle zampe posteriori durante un incontro. 3) orso si allontana dalla sua area di frequentazione abituale. 4) orso viene ripetutamente avvistato. 5) orso sosta nella vicinanza di apiari, allevamenti di bestiame o capi incustoditi. 6) orso frequenta le vicinanza di case da monte o baite isolate. 7) orso viene ripetutamente avvistato a brevi distanze. 8) orso staziona in zone attraversate da strade o sentieri frequentati. 9) orso causa continui danni lontano da strutture abitate. 10) orso causa danni nelle immediate vicinanze di abitazioni.
11) orso si lancia in un falso attacco perché colpito di sorpresa, per difendere i propri piccoli o per difendere la propria preda. 12) orso è ripetutamente segnalato vicino a fonti di cibo di origine antropica. 13) orso è ripetutamente segnalato vicino a centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso. 14) orso provoca danni ripetuti a patrimoni per i quali l’attivazione di misure di prevenzione e/o persuasione risulta inattivabile o inefficace. 15) orso attacca (con contatto fisico) per difendere i propri piccoli, la propria preda o perché provocato in altro modo. 16) orso segue intenzionalmente persone. 17) orso cerca di penetrare in abitazioni anche solo frequentate stagionalmente. 18) orso attacca (con contatto fisico) senza essere provocato.
Le azioni rispetto ai livelli di pericolosità
Definiti i comportamenti a ciascuno di essi appartiene poi un’azione che si distingue in leggera ed energica. Si definiscono: a) intensificazione del monitoraggio. b) informazione: ai proprietari e/o custodi del bestiame domestico, ai proprietari e/o frequentatori abituali di baite isolate, ai possibili frequentatori dell’area. c) sistemazione notturna degli ovini, caprini e bovini in stalla e altre misure di protezione. d) celere rimozione degli animali morti in alpeggio. e) gestione oculata dei rifiuti organici, con eventuale adeguamento dei contenitori e discariche.
f) messa in opera di strutture idonee a prevenire i danni provocati dal plantigrado. g) attivazione di un presidio, inteso come permanenza in zona della Squadra d’emergenza orso. h) condizionamento allo scopo di ripristinare diffidenza nei confronti dell’uomo e delle sue attività. i) cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio. j) cattura per captivazione permanente. k) abbattimento. Attualmente per JJ4 già catturata e altri due esemplari che ancora devono essere catturati, ma ritenuti anch’essi “orsi problematici“, MJ5 e M62, la Provincia autonoma di Trento ha predisposto la cattura e richiesto la valutazione dell’Ispra per procedere all’abbattimento. Intanto, continua il dibattito sulle sorte del primo animale catturato per il quale il Tar ha momentaneamente sospeso la condanna a morte.