Nell’Antartico il ferro è una molecola dal valore importantissimo. Alcuni ricercatori hanno scoperto che i pinguini contribuiscono a fornire questo elemento agli oceani. Si tratta dei Pinguini Pigoscelidi (o Papua) e più precisamente dei loro escrementi rossi.
Il ferro presente negli oceani ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento degli ecosistemi. Infatti, questa molecola contribuisce alla crescita del plancton e svolge un ruolo cruciale anche nella capacità degli oceani ad assorbire il carbonio presente nell’atmosfera. Come hanno rivelato già alcuni studi precedenti, tanto del ferro presente dell’Antartico dipende dai krill e dalle balene che li mangiano. Tuttavia, un recente studio avrebbe dimostrato che anche i Pinguini Pigoscelidi, o Pinguini di Papua, hanno un ruolo fondamentale nella distribuzione di ferro negli oceani. In particolare questa molecola arriva dal loro guano rosso.
I pinguini “produttori” di ferro
Grazie all’utilizzo di droni e dell’intelligenza artificiale, alcuni scienziati spagnoli dell’Instituto de Ciencias Marinas de Andalucía hanno analizzato gli escrementi dei pinguini. Dall’analisi è emerso che questi animali espellono nell’acqua (attraverso il loro guano) circa 521 tonnellate di ferro in un anno. Tuttavia, i ricercatori fanno notare che a causa della decimazione della popolazione di pinguini, derivata dalla crisi climatica, la quantità di ferro negli oceani è scesa della metà rispetto a quattro decenni fa. I Pygoscelis antarcticus sono dei pinguini di taglia piccola, hanno il muso bianco e il becco nero e corto. Le loro zampe sono particolarmente corte e tozze rispetto ai loro simili. I piedi palmati sono rosa e la schiena è nera con il ventre bianco. Si nutrono sopratutto di krill, per questo motivo il loro guano è rosso e ricco di ferro.
Per stinguere i Pinguini Papua dagli altri esemplari della stessa famiglia basta osservare la sottile linea di piume nere che contorna il viso e lo separa dal ventre. Come spiega il principale autore della scoperta, Oleg Belyaey, la quantità di ferro rilasciata oggi da questi pinguini potrebbe essere la metà rispetto a quella rilasciata dalla stessa specie qualche decennio fa. Infatti, dagli Anni ’80 ad oggi la popolazione di questi animali sarebbe diminuita addirittura del 50%. L’oceanografo specializzato in biogechimica, inoltre, ha voluto ribadire l’importanza del ferro nelle regioni Antartiche rivelando come il contribuito degli uccelli marini sia stato, difatti, studiato oggi per la prima volta.
Secondo le analisi chimiche condotte dai ricercati sul guano rosso, è emerso che ogni grammo di escremento dei pinguini contiene circa tre milligrammi di ferro. Questo ha permesso di dimostrare il contributo dei Pygoscelis antarcticus nel ciclo del ferro nell’Oceano Antartico. Inoltre, non è escluso che anche le altre specie di uccelli marini possano svolgere lo stesso importante compito. Tuttavia, la decimazione dei pinguini, a causa di diversi fattori climatici e per ultima anche l’epidemia aviaria, potrebbe compromettere notevolmente le condizioni dell’Oceano Antartico. L’equilibrio sottile degli ecosistemi, infatti, si basa su meccanismi rigidi e precisi. Qualora uno di questi viene compromesso, lo stesso danno si potrebbe riversare su ogni aspetto dello stesso sistema.